1. Da Lorena


    Data: 18/11/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: 1945

    ... camera, un piccolo champagnino; riempì due bicchieri. Ci facemmo i reciproci complimenti per il successo avuto e bevemmo. Ricordo che bevvi tutto d’un fiato e da qui la mia memoria si fa confusa. Mi svegliai la mattina nuda nel mio letto. Mi sentivo appiccicaticcia sul ventre, sotto le tette. Mi sentivo indolenzita, ma come posso dire: rilassata? Ebbi un flash, anzi più flash. Riccardo ed io che ci baciavamo, confusione, un altro corpo sul mio, ma non mettevo a fuoco. Sembrava più un sogno che realtà. Mi dissi: ieri sera ho bevuto troppo e non ci sono abituata, che stupida, cosa sarà successo? Non ricordo nulla. Adesso mi faccio una doccia e passerà tutto. Più tardi andammo in aeroporto, ma nessuno di noi due disse nulla sul rientro in hotel; i nostri discorsi si fermavano alla serata come se effettivamente nulla fosse successo. Io rimuginavo sulla cosa, ma non ebbi il coraggio di affrontare l’argomento. Lui non diceva nulla. Forse mi ero davvero sognata tutta, anche se Riccardo non mi sembrava il solito. Ci lasciammo ai taxi dell’aeroporto con un normale: ciao, ci vediamo domani. Il giorno dopo vi fu un briefing in azienda e notai che non so per quale motivo i nostri sguardi, al contrario del solito, quasi non si incrociassero. Mi sentivo in imbarazzo e non capivo il perché. Vi era tra noi una tensione forte e reciproca e non riuscivo a dare una giustificazione. Ciò non ci impedì di accordarci per il solito caffè del pomeriggio alla macchinetta. Ci incontrammo, ma ...
    ... quella tensione permaneva. Ad un certo punto lui disse: non dici nulla? Ed io: di cosa? Lui con gli occhi sgranati: di ieri sera, di stanotte. Visto che lo guardavo perplessa disse: come non ricordi? Nel mio silenzio continuò: dobbiamo parlare, ma non qui. Ci vediamo alle sei dopo il lavoro a … sarò lì con la mia macchina. Seguimi per favore. Non sapevo che dire, che fare. Dissi: va bene. All’ora concordata ero con la mia macchina dove era lui. Lo segui e notai che si allontanava dai luoghi frequentati ed infine prese una stradina sterrata nella campagna. Seppur perplessa lo seguii, non avevo alcun timore, mi fidavo di lui. Ero certa fosse una persona per bene. Arrivammo in un luogo appartato e nascosto alla vista dei passanti che poi ebbi l’occasione di frequentare più volte. Scendemmo dalle auto, ma lui mi invitò a salire subito sulla sua. Era la fine dell’inverno e le temperature erano ancora abbastanza rigide. L’abitacolo dell’auto era riscaldato quasi in eccesso per me e mi tolsi il cappottino mettendolo dietro. Lui si era tolto la giacca ed era in camicia. Eravamo vicini in un ambiente ristretto, ma questo lo realizzai poi. Mi disse: davvero non ricordi nulla di ieri? Ero imbarazzata e gli dissi: Riccardo di ieri ho dei ricordi tanto confusi da non sapere se siano realtà o fantasia che ho optato per fantasia. Lui: dimmi Ricordo di un possibile bacio, poi di tanto caldo, poi nulla. Lui rimase per un po' silenzioso poi disse: adesso vediamo se posso aiutarti a ricordare. ...
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