1. Da Lorena


    Data: 18/11/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: 1945

    ... cui non mi sottrassi. Perché? Ancora oggi non ho risposta. A casa, quella sera, guardavo i miei figli e mio marito. Non trovavo nulla di diverso dal solito. Non era successo nulla, invece non era così; è che razionalmente lasciavo il mio rapporto con Riccardo fuori di casa, fuori dai miei affetti. Era solo sesso, un’attrazione fisica passeggera. Ci ritagliammo un piccolo spazio per i nostri furtivi incontri a base di sesso. Una o al massimo due volte la settimana. Il tempo a nostra disposizione era molto limitato, per non indurci a difficili scuse con la famiglia, ci ritagliavamo al massimo un’oretta anticipando a volte l’uscita dall’ufficio. Per i nostri incontri andammo nuovamente dove eravamo stati la prima volta. Non avevamo occasioni per stare fuori una notte ed avendo entrambi paura di andare, per le note implicazioni, presso un presso motel, per i nostri incontri c’era solo l’auto. A oltre quaranta anni tornavo a fare sesso come una ragazzina in auto. Non chiesi mai come conoscesse quel posto. Uscita dall’ufficio mi recavo alla mia auto raggiungendolo ad un grande parcheggio esterno della metropolitana. Lì a volte lasciavo la mia auto e salivo sulla sua ed andavamo al nostro posto; altre volte andavamo con tutte e due le auto. Dipendeva da cosa dovevamo fare dopo. Dal parcheggio era circa dieci minuti di auto. Ci si inoltrava dopo un pezzo di tangenziale in una poco frequentata strada statale di collegamento tra paesini della cintura di Milano e poi in quel poco ...
    ... visibile tratturo che conduceva ad una cascina diroccata; meglio ancora della cascina erano rimasti alcuni bassi muretti di mattoni e pietra. C’era un piccolo spazio in terra battuta che doveva essere i resti dell’aia della cascina ed alcuni alberi di basso fusto che dovevano essere nati spontaneamente. Essi facevano di cinta ad uno spiazzo erboso dove non si era visibile da alcuno che non fosse espressamente venuto lì. Riccardo aveva nel suo portabagagli una coperta / trapunta cinese morbida che secondo le circostanze, i tempi a disposizione e la temperatura esterna, metteva per terra a fianco di un’auto. Era la nostra spartana alcova. S’era freddo si stava in auto. Forse la ricerca di sicurezza poteva sembrare eccessiva, ma non mi spogliai mai completamente nuda. Il tempo a disposizione era poco e poi anche se il posto era isolato vi era sempre il “non si mai”. Volevo essere pronta all’ eventuale imprevisto. In quei giorni, quando concordavamo l’uscita, indossavo la gonna e prima di uscire dall’ufficio mi toglievo le mutandine mettendole in borsa. Quando ero lì non toglievo nemmeno la camicetta, la sbottonavo e lasciavo uscire il seno dal reggiseno senza nemmeno toglierlo. Come aveva fatto la prima volta lui, semplicemente lo abbassavo sotto. Ciò a rifletterci faceva sembrare i nostri incontri più a rapporti a pagamento che altro e quando alle pause al caffè, se nessuno era presente, ne parlavamo ci ridevamo su. Ci eravamo dati un modus vivendi tutto nostro. Mai uno scambio di ...
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