1. Autobiografie mediocri 2


    Data: 22/11/2018, Categorie: Etero Autore: MercolediAddams

    ... provincia?".
    
    "Vicenza.".
    
    Ci scambiammo i numeri, e decisi di andarci di persona, il giorno dopo visto che si era reso disponibile.
    
    Saltando a piè pari il lato dell'attesa, in praticamente non ebbi mai il tempo di pensarci, dato un altro recupero, mi ritrovai il giorno sul treno per Vicenza, con un bel libro di Cioran sulle ginocchia, e gli Smashing Pumpkins alle cuffiette, a far passare il tempo.
    
    Arrivato in stazione, mi guardai intorno e realizzai che in effetti non sapevo neanche chi avrei incontrato. Una donna? Un uomo? Un transessuale?.
    
    Mi guardai in giro, e presi il cellulare.
    
    Un messaggio su Whatsapp.
    
    "Ti ho visto. Arrivo.".
    
    Qualcuno mi mise una mano sulla spalla e mi girai.
    
    Di fronte a me si presentò una ragazza, con i capelli lunghi, mossi e rossicci, gli occhiali da sole che coprivano in parte un viso leggermente pallido e lentigginoso.
    
    Era piuttosto magra, vestita con una camicetta nera, e un paio di gonne nere che le arrivavano a metà ginocchio.
    
    - Piacere, Erica.-. Si presentò, porgendomi la mano.
    
    - Piacere, Pierre.-. Ricambiai la stretta.
    
    Lei sorrise, le labbra sottili che contornavano una serie di denti perfetti.
    
    - Dal vivo sei più spaventoso che non dalla foto. Assumi acidi per caso?-. Mi chiese, sempre sorridendo.
    
    Sorrisi a mia volta.
    
    - Avrei dovuto assurmerli sapendo che mi sarei trovato davanti ad un tale spettacolo.-.
    
    - Coglione.-.
    
    - Figa secca.-.
    
    - Allora, cosa aspetti ad offrirmi un caffè ...
    ... stronzetto?-. Rise, e incominciammo ad incamminarci all'uscita.
    
    - Aspetto solo che tu possa indicarmi il locale con il caffè più scadente di Vicenza.-.
    
    - Attento, ce ne sono parecchi qui, rischio di costringerti a vendere rene poi.-.
    
    -Per una serie di caffè annaquati, dubito.-. Sorridemmo ancora, studiandoci a vicenda.
    
    Era praticamente il mio corrispettivo femminile, e nel momento stesso in cui io lo avevo capito, anche lei lo aveva intuito ed entrambi avevamo già escluso il sesso dalla prerogativa dell'incontro, come un mutuale silenzioso accordo.
    
    Passammo il pomeriggio, tra il bar, un parco (dove ci venne offerto lo spettacolo gratis di un manipolo di ubriachi litiganti su una lattina di birra) e un secondo parco, più appartato, dove tirato fuori l'immancabile spinello, incominciammo a fumare.
    
    Ci raccontammo un pò delle nostre esistenze: lei stava concludendo una quiennale in Giurisprudenza, viveva praticamente da sola, in un appartamento a Milano, mentre a Vicenza ne aveva un secondo che i suoi genitori le avevano dato in affitto, per una questione educazionale, come l'aveva definita lei.
    
    A differenza della maggior parte delle persone che avevo conosciuto non rimase particolarmente sorpresa o inquietata dal fatto che come occupazione facessi il becchino, il che in effetti confermò ancora di più la mia teoria sulla sua particolarità.
    
    Tornai a Verona, in serata, ed una volta a casa lessi un messaggio di Eros.
    
    "Stasera andiamo insieme alla zona ...