1. Passato imperscrutabile


    Data: 23/11/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... un volto, non era ciò che realmente avevo ideato. Allegro e lieto lui mi fissò dalla soglia con gli occhi traboccanti d’un barlume insolito simile a taluni fondali marini, che dapprima t’ingannano con la loro limpidezza e che in seguito ti fanno annegare in acque improvvisamente avverse e depresse. Io percepivo dentro me stessa un’inedita quanto usuale nota sgradevole nella sinfonia di quelle immagini disgiunte, imprecise e vaghe che al presente non m’appartenevano più. In verità un’illusione remota, di anni orsono che era ritornata a picchiare alla porta dei miei pensieri incoerenti, incostanti e sconnessi malmenandoli, scandendo con un enorme fragore come farebbe un volatile delirante, eppure non era, lui anche se il mio fedele intelletto stabilì enunciando di sì, perché il bacio lo colse impreparato. Delicato e impudico aveva la candida sapidità delle cose perdute, la fragranza specifica d’un sogno sfumato nella disillusione dei compromessi quotidiani e che accarezzandomi le labbra, mi fece per un attimo ritornare quella che ero stata un tempo, quando disperazione, patimenti e carattere non avevano ancora risciacquato la mia vitalità, afferrandola in un imballaggio indistinto che non conteneva più nulla. Abbandonandomi, sentii la sua mano calda esplorare morbidamente il mio corpo, mentre ad occhi chiusi gustavo qualcosa che, improvviso, sbocciò nel petto, travolgendomi con potenti ondate di calore, discostandosi mi fissò accarezzandomi la guancia: “Era forse questo quanto ...
    ... avevi vagheggiato?” - reclamò sottovoce, io però non reagii, non sentii. Coccolandogli la testa lo attrassi ancora verso le mie labbra insoddisfatte, inaridita del suo sapore mattutino sia di tabacco che di caffè, del suo gradevole alito, della fragranza del suo ottimo dopobarba di Azzaro che respiravo. Accogliendo il suo palmo nel mio, lo condussi verso la camera da letto esortandolo d’abbandonarsi tra quelle lenzuola illecitamente smembrate da mille corpi sconosciuti di cui lui non aveva memoria, io gli sorrisi fissandolo negli occhi: “Hai fatto di nuovo scalo?” - rimuginai, intanto che alleggerimento e sofferenza s’impastarono miscelandosi ben presto in un gorgo di baci sempre più intensi, un oceano di turbamenti cominciò a scaldarmi sotto i raggi d’un sole anonimo, mentre le nostre bocche inseparabili borbottavano assetti consigliati dalla fantasia. Setacciando con perizia le sue labbra con le mie introdussi le dita sotto il gilet che ancora indossava, una mano risalì lungo i miei fianchi pieghettando la sottoveste, in cerca di punti nascosti, di luoghi segreti, dove fra brividi incontrollati s’occulta un piacere fatto di carezze. Denudandolo dell’inessenziale lambii la pelle delicata del bacino con la punta della lingua, osservando i guizzi involontari della sua virilità che pulsava contro la mia guancia, mentre ricercavo focosamente il sentiero delle sue emozioni proibite. Dandogli ospitalità fra i seni mi chinai ad assaporare l’intima sostanza biancastra, mentre i miei ...