Gomma bucata
Data: 24/11/2018,
Categorie:
Feticismo
Autore: Jimpoi, Fonte: EroticiRacconti
Mario era assorto nei suoi pensieri mentre stava guidando sulla strada che lo avrebbe portato a casa dopo il lavoro nel tardo pomeriggio. Ormai la sapeva a memoria e la macchina quasi andava da sola. Quel giorno però, notò un’auto ferma a bordo strada con una giovane ragazza seduta per terra con la schiena appoggiata alla portiera ed un’espressione sconsolata. Decise che una ragazzina del genere non poteva essere un pericolo per un quarantacinquenne ben messo come lui. Fermò la macchina dietro a quella della ragazza, e le chiese: «Ciao, mi chiamo Mario. Hai bisogno di aiuto?». Gli occhi azzurri della ragazza si illuminarono, si alzò ed esclamò: «Si! Grazie. Lei è il primo che si ferma. Ho bucato e non so come si mette la ruota di scorta e mi si è scaricato il cellulare. Ah, scusi, mi chiamo Emma». «Non c’è problema, te la cambio io. E dammi pure del tu». Mario prese dal bagagliaio il cric, la ruota di scorta si trovava sotto al pianale, allentò leggermente i bulloni, sollevò la macchina e poi li svitò del tutto. La ragazza intanto si era avvicinata a lui e lo osservava attentamente. Mario, con la coda dell’occhio notò che indossava delle scarpe da ginnastica bianche e basse, la caviglia sottile e sexy era scoperta, probabilmente Emma indossava delle calze a fantasmino, pensò Mario. L’uomo aveva una passione per i piedi femminili e mentre finiva di cambiare la ruota, sbirciava le estremità della ragazza e cercava di immaginare come potevano essere senza le scarpe. «Finito», ...
... disse Mario rialzandosi, «appena puoi portala dal gommista che te la ripara». «Grazie mille! Senza di te non so cosa avrei fatto», esclamò raggiante Emma, «A scuola guida le cose utili non te le insegnano e pensa che ho appena preso la patente». «Si infatti. A loro interessa solo prenderti dei soldi», rispose Mario alzandosi e andando verso la sua macchina per cercare qualcosa per pulirsi le mani «Non ti preoccupare, abito a 10 minuti di macchina da qui, ti porto a casa mia così ti puoi lavare le mani e bere qualcosa». «Non c’è bisogno, tranquilla», rispose Mario, ma Emma insistette e lui dovette cedere. La ragazza aveva la classica guida impacciata dei neopatentati, ma era abbastanza brava. Durante il viaggio spiegò a Mario che aveva 19 anni, abitava da sola da qualche mese e dopo aver preso il diploma, aveva iniziato a lavorare come commessa in un negozio. Emma aprì la porta di casa sua dicendo: «È piccolino, ma per me basta». In effetti si entrava in una stanza che faceva da soggiorno e da cucina, con un tavolo e un divano davanti alla televisione, due porte chiuse davano probabilmente sulla camera da letto e il bagno. «Lì c’è il bagno se vuoi lavarti le mani. Intanto prendo una birretta». Mario ringraziò ed entrò in bagno, si lavò le mani ed uscì. Notò subito che Emma si era tolta le scarpe: come aveva immaginato Mario, indossava dei fantasmini bianchi che le fasciavano i piedini piccoli, probabilmente portava il 36 o il 37. «Che fai li imbambolato? Siediti qui», disse Emma ...