1. Un tranquillo week-end di scopate


    Data: 24/11/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose

    ... venire, ma anche io ero al limite. Avevo già avuto tre o quattro orgasmi, principalmente dovuti alla mia inesperienza. Mi strinsi ancora più forte a lui, e lui venne dentro di me.Quando Andrea poggiò la fronte sul mio collo, i nostri cuori battevano all'impazzata ed in nostri respiri erano velocissimi. Gli affondai le dita tra i capelli, poi gli scostai la testa in modo che mi guardasse negli occhi. Con il suo sguardo limpido e bellissimo, mi sorrise. Mi accorsi di avere ancora le gambe allacciate attorno a lui, così le sciolsi per permettergli di muoversi, ma Andrea non lo fece. Era ancora dentro di me.— Grazie… — e dopo un po' — Sei felice? — mi domandò con un dolce sorriso sulle labbra.Annuii, ancora incapace di parlare. Poi, però, cercai di trovare la forza per parlare. Dovevo dirgli assolutamente una cosa.— Vorrei restare tutta la vita così, unita te. Mi è piaciuto tantissimo e le emozioni che hai suscitato in me sono incomparabili. All'inizio avevo paura, ma quando poi sei entrato dentro di me avevo solo voglia che tu non smettessi mai. Mi sento felice come non era mai capitato prima.— Credo ci si senta così quando fai l'amore con qualcuno che ami con tutto te stesso — rispose Andrea.— Non lo sai? — domandai sconcertata.— E come potrei saperlo? È la prima volta che lo faccio con qualcuno che amo per davvero — rispose, passandomi un dito sul labbro.Gli baciai il dito.— Sai… ho capito perché non ho mai avuto un ragazzo… ho compreso che, inconsciamente, volevo te. Volevo ...
    ... che fossi tu il mio primo uomo. Ti amo anch'io — gli dissi accarezzandogli una guancia.Mi sporsi per baciarlo ancora e ancora, non ne avrei mai avuto abbastanza di quelle labbra, soprattutto dopo aver scoperto che effetto facevano sentirle in tanti altri posti oltre la bocca.— Fermati, Paola, altrimenti non torneremo indietro presto — rise Andrea. — Probabilmente si staranno chiedendo dove siamo finiti.— È un albergo… a loro non interessa. Io e te possiamo stare insieme ancora. Ci hanno visti andare via insieme, e sinceramente non me ne importa un fico secco — risposi, non ancora pronta ad abbandonare quella beatitudine.— In fondo ci aspetta solo un pranzo, dopo potremo stare di nuovo soli — disse Andrea, strofinandomi il naso sul collo facendomi ridacchiare.Non avrei mai creduto di poter raggiungere un tale livello di felicità.— Sei mio ed io sono tua…— sussurrai contro il suo orecchio.— Lo sono sempre stato — rispose Andrea con un bacio che si faceva sempre più profondo.E ricominciammo.Ritornammo in albergo solo a pomeriggio inoltrato.Andrea chiese e ottenne uno scatolino a chiusura ermetica pieno a metà di riso dove mettere il cellulare ad asciugarsi. Andrea smontò a pezzi il cellulare e ce li mise dentro. Il riso avrebbe assorbito l'umidità.Poi ci facemmo una doccia, eravamo entrambi sporchi di erba. Ce l'avevo dappertutto. Ma più che lavarci, abbiamo fatto altro. Non riuscivamo a restare lontani l'uno dall'altro. Mi prese lì, sotto lo scroscio dell'acqua, in piedi. Fu ...
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