1. Venerdi sera 2


    Data: 26/11/2018, Categorie: Etero Autore: Campano, Fonte: EroticiRacconti

    ... comunque stato uno stress scopare con l'ansia del loro rientro a casa. Chiamai Paolo. (il mio amico che aveva quella villetta vuota dove quella sera facemmo l'orgia con la bella nigeriana. Vi invito a leggere il mio primo racconto per capire di cosa parlo). Paolo era in zona e lo raggiungemmo. Mi feci prestare le chiavi e il telecomando del cancello della sua villetta. Lui capì subito la situazione e non esitò anche se ripetendomi le stesse raccomandazioni: lasciare tutto in ordine e pulito. Così portai Susy lì. Lei si faceva delle domande e non esitai a raccontare l'orgia avvenuta lì mesi prima. Il mio racconto la eccitò e disse: ti piace fottere duro eh? Fammi vedere quanta forza hai. Si spogliò completamente e mi si avvicinò. Cominciò a spogliarmi ballando in modo sensuale, strusciando quelle tettone su di me. Io a vederla nuda rimasi immobile e guardavo solamente. Aveva la figa più bella e carnosa mai vista ad una ragazza. Ero totalmente nudo e mi sorrideva dicendo: cosa c'è? Non vuoi più? Mentre lo diceva se la toccava e si stringeva le tette con il braccio. La presi per i capelli forzandola a inginocchiarsi e glielo ficcai in bocca senza convenevoli. Succhiava come un'aspiratrice e in più i suoi suoni con la bocca da vera pompinara mi eccitavano. Mantenendola attaccata al cazzo arretrai fino al muro, dopo di che mi girai e la costrinsi spalle al muro. Era chiusa tra il muro e le mie gambe e non poteva far altro che succhiare. Tanta saliva sul mio cazzo che colava a ...
    ... terra e saliva anche sulla sua faccia. Le stavo scopando la gola e non riuscivo a smettere. Fu lei a staccarsi leggermente per rialzarsi. Ma per tutta risposta la presi in braccio e la buttai sul materasso che era nella stanza fiondandomi tra le sue tette. Scesi a leccarle l'ombelico, poi le gambe. La sua figa emanava calore, era bagnata e aveva un odore misto tra intimo delicato e acre. Non capivo più nulla e mi persi a leccarla. Lei è l'unica alla quale ho leccato la figa per davvero tanto tempo. Il sapore era quasi dolce, ma anche salato per il sudore. Eravamo fradici entrambi. La presi ancora per i capelli e la portai con la bocca sulla cappella. Sborrai all'istante, quasi senza volerlo. Avevo già le palle che mi facevano male. Mi stesi a riposare mentre per stuzzicarmi ancora lei cominciò a baciarmi il petto e a leccarmi i capezzoli. Poi passò all'addome e alle palle. Quando ricominciai a indurirmi la presi ancora di prepotenza mettendola in ginocchio faccia al muro. Intanto lo infilai nel culo e presi a spingere piano. Sembrava piacerle, così tenendola da dietro per le tette, inziai a penetrare forte. Cominciò a gridare in maniera assordate incitandomi ad accelerare. Si manteneva con le mani al muro per non finirci contro, ma ad ogni colpo nel culo che le davo, la sua forza veniva meno fino a farla accasciare su un fianco. Io impassibile non mi mossi di mezzo centimentro. Anzi la afferrai più forte. Aveva ormai dapertutto i segni rossi delle mie dita. La presa era salda, la ...