La fermata
Data: 04/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: jojo
Lo guardai a lungo seduta accanto a lui. Il viso allungato e scarno,l’iride di un azzurro intenso e le palpebre lievemente arrossate e gonfie,infossate nelle occhiaie.Naso piccolo ma irregolare,presumibilmente a causa di una rottura;fronte spaziosa contornata da radi capelli biondo scuro. Labbra sottili che si intravedevano al centro di una barba con sfumature castane e a tratti bianche;la bocca nascosta da quei peli morbidi,quasi fosse soltanto una fessura, dentro la quale volevo prepotentemente entrare da quando lo vidi seduto alla fermata dell’autobus, ad aspettare ciò che probabilmente lo avrebbe riportato a casa dopo una giornata trascorsa in un ufficio anonimo e polveroso.Giacca,cravatta e pantaloni scuri sopra una classica camicia bianca,avvolgevano un corpo che si era insinuato nella fantasia della mia mente,che lo immaginava forte, nudo sopra di me. Arrivai lì per caso,sprovvista di biglietto,senza conoscere gli orari e nemmeno il tragitto che avrebbe percorso.Mi ero ritrovata senza bicicletta all’uscita dal negozio in centro dove lavoravo come commessa.Quando è possibile,durante l’orario di lavoro, le do un’occhiata,vedendola sempre li,appoggiata alla colonna del porticato.Quel giorno però non la ritrovai terminato il mio turno,pronta riportarmi a casa.Qualcuno se ne era impadronito,magari per arrivare in un luogo per poi abbandonarla da qualche parte.Decisi così di incamminarmi verso la fermata dell’autobus più vicina,dopo aver chiesto indicazioni ad un ...
... passante,siccome la distanza da casa mia risulta troppo considerevole da percorrere a piedi. Ero furibonda. La rabbia si affievolì all’istante,appena vidi quell’uomo tranquillo seduto sotto la cabina,impegnato nella lettura di un libro.Alzò lo sguardo un solo istante vedendomi arrivare,per poi rigettarsi su quelle pagine fitte di caratteri minuscoli.Mi fulminò.I miei occhi non riuscivano a liberarsi della sua immagine.Quest’uomo come tanti altri,anonimo all’apparenza,mi attrasse subito,inesorabilmente.I miei passi verso di lui erano accompagnati da mille pensieri,stuzzicati dall’immaginazione che non mi dava tregua. Mi sedetti accanto a lui. Il cuore mi pulsava in mezzo ai seni,vivace,energico.La mia mente viaggiava senza sosta,senza raziocinio e,per quanto provassi a distoglierla,mi riportava sempre dove in realtà volevo che si cullasse.La coccolavo,la viziavo trascinandola dolcemente. Mi vedevo baciargli la bocca,il collo,il petto.Gli succhiavo e leccavo le dita.Scendevo verso l’addome,fulcro dei suoi respiri, accarezzando le braccia e i fianchi.Passavo la lingua sull’ombelico.Scendevo ancora,passando le labbra sui peli del pube,intrisi del profumo della sua pelle.Le mie dita impazienti toccavano già ciò che la bocca si sarebbe gustata più lentamente.La lingua si faceva strada su quella pelle morbida e dura allo stesso tempo,tirata dall’eccitazione,pronta per ricevere il calore della mia bocca.Immaginavo di gustarmela dalla base al glande con un dolce su e giù,lentamente e poi più ...