Matilde 02-19 - la scommessa di valentina - 2
Data: 05/12/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Alex46
... fibra un po' ruvida del divano sotto le gambe, i respiri dei ragazzi, i loro passi mentre si avvicinando cautamente, di nuovo increduli.
Sentiva la stoffa della gonna tendersi sulle cosce, e l'aria fresca lambire la pelle lasciata scoperta dallo spacco.
- Metti le mani dietro la schiena, amore.
La voce del marito la sorprese, in tutto quel silenzio, facendola sobbalzare. Lui le legò anche i polsi dietro la schiena.
- Sei sicura, tesoro? - disse la voce calda di Roberto. Lei annuì.
- Ci alterneremo davanti a te, allora, uno dopo l'altro. Ti sfioreremo la testa quando potrai cominciare. Sarai tu a decidere quando basta. Ok?
Valentina tentò di rispondere, ma la voce si rifiutava si uscire. Annuì con forza.
- Ah, Alfonso se ne è andato. Siamo sette, quindi. Va bene, amore?
Lei annuì di nuovo. Amava questo suo cercare di metterla a suo agio.
Poi lo sentì.
Il rumore delle cinture che venivano slacciate: prima una, quella di Roberto, immaginò, poi, timidamente, una seconda. Infine le altre, quasi contemporaneamente, come se i ragazzi si fossero dati coraggio l'un con l'altro.
Sette cinture. Il rumore di ferro delle cinghie e del cuoio che scorreva e schioccava. Un suono che conosceva bene, e che amava produrre lei stessa quando sbottonava il marito. Così amplificato però, la scosse con forza, dandole finalmente la percezione di quello che stava per succedere. Ormai era ben oltre il punto di non ritorno. Si ritrovò a godere di quel suono, e si morse ...
... il labbro.
Subito dopo sentì il fruscio della stoffa. Un'altra sferzata.
Sette paia di pantaloni che venivano abbassati. Cercò di capire fino a dove. Poco sotto il sedere, decise Valentina. Il rumore non era durato molto. Qualche risatina sommessa, qualcuno che sussurrava concitatamente - No, dai... non possiamo - poi il rumore inconfondibile delle mani che scorrevano sui cazzi.
Pelle su pelle.
Valentina credette di impazzire. Le piaceva essere legata e bendata. Ma ora era in presenza di altri uomini, sconosciuti praticamente. In più era seduta, in posizione di inferiorità. E quegli uomini avevano tutti il cazzo in mano, pronti a metterglielo in bocca. Una situazione pazzesca. Si sentiva tesa come una corda di violino, concentrata al massimo per sentire il suono di quelle sette mani che scorrevano sulla pelle.
Riusciva a immaginarli, i ragazzi. Ognuno che si menava il cazzo lentamente. Ripercorse i loro volti nella memoria, cercando di abbinare a quel ricordo quello che le suggeriva l'immaginazione. Si sentì le labbra improvvisamente secche, e le umettò con la lingua.
Fu come un segnale.
Subito percepì i passi di qualcuno molto vicini a lei, e una mano leggera le sfiorò la testa. Era il momento. Si bagnò di nuovo le labbra, poi si sporse leggermente in avanti, la lingua di fuori, cercando il primo cazzo.
Lo incontrò subito. Un odore forte la assalì. Non era quello di Roberto. Era molto più dolce, quasi vanigliato. Avrebbe potuto già dire che non era ...