1. Il ricevimento


    Data: 11/12/2018, Categorie: Tradimenti Autore: DrCunnlingus

    Non appena misi piede in quella villa maestosa, mi pervase un senso di nausea estrema. Ogni anfratto della casa ostentava una volgare ricchezza, propria di chi ricco lo diventa nel corso della sua vita.
    
    Non riuscivo a credere di essermi lasciato convincere a partecipare al ricevimento, dove l’alta società milanese era presente in massa: giudici, avvocati, primari, tutto il potere borghese della città si era riunito come uno stormo di avvoltoi attorno ad una carcassa morente.
    
    Entrai in un infinito salone, dove gli invitati arraffavano tartine e tintinnavano coppe di champagne con classe apparente. Discorsi strampalati saturavano l’aria, i bagliori accecanti dei gioielli in dosso a dame benestanti pregiudicavano la mia capacità di osservazione.
    
    Mi avvicinai al tavolo dei rinfreschi, unico angolo della sala poco affollato, con l’intenzione di passare inosservato per tutta la sera; rabbrividivo al solo pensiero di dover interloquire con qualcuno, scambiare opinioni su argomenti che mi avrebbero sicuramente nauseato.
    
    Un cameriere mi passò vicino con un vassoio pieno di coppe di champagne; si fermò davanti a me ma non abbastanza da impedirmi la visuale sul resto del ricevimento. Presi quattro bicchieri. Non volevo correre il rischio di rimanere sobrio e li buttai giù in quattro sorsi consecutivi. Ebbi il sospetto che fossero analcolici in quanto il mio stato mentale rimase immutato nei minuti successivi.
    
    La situazione diventava via via più avvilente; agghindato come ...
    ... un damerino, rinchiuso nell’ultimo posto sulla faccia della Terra in cui avrei desiderato trovarmi, in balia di lupi famelici che mi scrutavano con la coda dell’occhio mentre discutevano tra loro di tassi di interesse, azioni in rialzo, politica economica e altra robaccia da ricchi annoiati.
    
    Ero sfinito, esasperato, irritato quando, all’improvviso, tutto intorno a me si fece buio, buio pesto e sordo. Mi guardai attorno sbigottito ma non riuscivo a vedere nulla o udire alcun rumore.
    
    Ed ecco che, dal fondo della sala, un punto di luce intensa si fece largo tra le tenebre opprimenti. Un punto inizialmente indefinito, sfuocato, senza forma. Provai ad estendere lo sguardo fino ad esso e la luce cominciò ad ingrandirsi e a perdere d’intensità. I suoi contorni formarono lentamente la silhouette di una donna sottile e statuaria, cinta elegantemente da un leggero abito bianco. Col passare dei secondi riuscii a definire sempre meglio la sua immagine e la vidi bellissima, con la delicatezza di un angelo. Irradiava fascino, raggi magnetici di bellezza incontaminata, che si stagliavano sulle pareti, sul soffitto, tutt’introno a me; mi sfioravano, mi accarezzavano, danzavano e mi tentavano, per poi sfuggirmi in un gioco di seduzione ammaliante.
    
    Lentamente le tenebre scemarono ma la luce non tornò completamente.
    
    Ora intravedevo le figure in ombra degli altri invitati distratti e noncuranti di tale splendore.
    
    La vidi appoggiata al piccolo camino sulla parete opposta, annoiata, ...
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