1. Pallavolisti 01


    Data: 11/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: archer81, Fonte: Annunci69

    L’estate del mio diciottesimo compleanno trascorse veloce e spensierata insieme ai miei amici dedicando la maggior parte del tempo e delle forze alla mia grande passione: la pallavolo.
    
    Giocare mi rendeva felice e sereno ma quell’anno la voglia di presentarmi alla ripresa degli allenamenti in condizione ottimale era un motivo in più per giocare il più possibile ed approfittare di ogni occasione per allenarmi; a fine stagione, infatti, la società mi aveva comunicato che con la ripresa degli allenamenti sarei stato aggregato alla prima squadra.
    
    Era per me un’occasione imperdibile per migliorarmi ulteriormente e per mettermi in mostra anche se ero consapevole che avrei fatto molto panchina.
    
    A fine agosto mi presentai in palestra per iniziare ad allenarmi con i nuovi compagni, tutti sopra i 20 anni di età, che mi accolsero benevolmente in un ambiente goliardico che rendeva la fatica degli allenamenti più facilmente sopportabile.
    
    Di certo il mio carattere un po’ timido ed introverso non rendeva agevole l’inserimento nel gruppo, limitandomi a sorridere alle battute dei compagni senza mai cercare di attirare l’attenzione.
    
    In squadra tutti mi chiamavano il ragazzino a causa della mia giovane età nonostante fossi alto 193cm e non passassi di certo inosservato e l’allenatore mi affidò sotto l’egida protettiva del capitano e degli altri “senatori”.
    
    Gli allenamenti si svolgevano la sera ed erano molto impegnativi anche se spesso durante l’applicazione degli schemi di ...
    ... gioco ero relegato al ruolo di raccattapalle od assistente dell’allenatore.
    
    Era poi negli spogliatoi che esplodeva un clima cameratesco che portava tutti quanti a ridere e scherzare e a fare una caciara indefinita finché il custode della palestra, stanco per l’orario e gli schiamazzi, sollecitava tutti quanti a levarsi dalle scatole come diceva lui.
    
    Stante la mia giovane età avevo appena iniziato a studiare per la patente e, sebbene come tutti i diciottenni smaniassi per avere il fatidico tesserino rosa della motorizzazione, non avevo ancora deciso quando avrei dato quantomeno l’esame di teoria a causa dell’ultimo anno di liceo e degli allenamenti che mi assorbivano completamente.
    
    Pertanto finché le condizioni atmosferiche erano state clementi ero andato ad allenarmi col mio scooter mentre dal mese di Novembre avevo cominciato ad usare i mezzi pubblici con un aggravio non indifferente di tempo perso per arrivare in palestra e tornare a casa.
    
    Il tempo che potevo perdere con i miei compagni nella goliardia dello spogliatoio si era notevolmente ridotto dovendo sempre stare attento all’orario del passaggio dell’autobus pena un’ulteriore attesa di circa un’ora.
    
    Una sera poi mentre di corsa stavo cercando di raggiungere la pensilina della fermata, vidi passare davanti ai miei occhi l’autobus che incredibilmente era in anticipo di qualche minuto. Smisi di correre imprecando contro il mondo con la prospettiva di una lunga attesa.
    
    Mi appoggiai al muro di una vecchia ...
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