Quando ho scopato una vietnamita
Data: 12/12/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Alceste
Ero giovanissimo, facevo il Servizio Civile in comune, mi avevano mandato a volantinare uno spettacolo e dovevo coprire tutto il comune, peraltro abbastanza esteso. Guidavo una Punto bordeaux mezza scassata. Avevo previsto di iniziare da una stazione di servizio, posta fuori dall’abitato. Quella è veramente terra di nessuno, non si capisce bene nemmeno se è dentro il territorio comunale. La terra lì è gaiosa, polverosa, la vegetazione rada. Sembra proprio un posto uscito dai documentari di Overland, pampa argentina o Mongolia (deserto del Gobi).
Arrivo a questa stazione di servizio, parcheggio la Punto e scendo con il mio elenco di esercizi commerciali dove avrei dovuto volantinare e con una camicia blu veramente orrenda ed eccentrica che avevo comprato dai cinesi. Io, magrissimo, coi capelli lunghi svolazzanti al vento e lo sguardo rapace.
Mi si fa incontro una ragazzina (così pareva, ma era più vecchia di me), con cappello da cow-boy di cuoio e stivali. Asiatica. Sorridente. Una presenza insperata che mi colpì e avrebbe colpito tutti voi che leggete (anche femmine), ve lo garantisco. I suoi stivali alzavano sabbia, mossa dal vento.
“Sono finito in un cazzo di film western!”, pensai.
Le dissi che cercavo il titolare e lei, con un italiano ovviamente asiaticizzato che non riproporrò per non farla sembrare una macchietta da commediola adolescenziale, mi disse che non c’era. Dissi che i volantini li consegnavo al bar.
Poi, incamminandomi, le dissi «Bello il ...
... cappello».
E lei: «Solo il cappello?». Sorridendo con quell’espressione dolcissima che solo le asiatiche.
Non me l’aspettavo. Probabilmente arrossii o feci una faccia da cazzone, perché lei si mise a ridere. Biascicai «No no, anche te, soprattutto te». Lei, seguitando a ridere, disse «Scherzavo».
Quando uscii dal bar mi si fece incontro e mi salutò. Le chiesi se fosse filippina, e lei disse delusa «Noooo! Thailandia!». Poi mi spiegò che era nera in faccia per via del sole, ma le mani e le braccia erano bianche. Io guardai e, con la sincerità e quella dose di ignoranza e spontaneità che mi contraddistingue, dissi «Più o meno». Lei si rattristò un poco, ma poi tornò dolcissima. Evidentemente gli asiatici stimano molto la pelle bianca e considerano feccia i filippini.
Io tornai a volantinare e la sera pensai a questa ragazza, chi fosse e perché mi aveva dato queste attenzioni, in un periodo della mia vita dove non ricevevo mai attenzioni e non ero molto sicuro delle mie potenzialità. Dedussi che era solita fare così perché probabilmente clandestina, quindi sottopagata e abituata a fare marchette ai camionisti che passavano in quel posto di frontiera.
Il giorno dopo andai di nuovo alla stazione di servizio, sempre con la Punto del comune, nonostante avessi già volantinato quella zona; temo che potrei essere pure denunciato per aver fatto 3 km inutilmente con la vettura di servizio. Parcheggiai e lei non mi sorrise. Disse che il capo non c’era. Io dissi che non faceva ...