1. Quando ho scopato una vietnamita


    Data: 12/12/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alceste

    ... niente e se potevo parcheggiare lì che dovevo entrare al bar. Lei scrollò le spalle. Io, umiliato da quel suo menefreghismo tanto distante dal calore del giorno prima, feci pure spegnere la macchina, perché mollai la frizione mentre avevo ingranato la prima. Scesi tutto curvo e mi sentii stupidissimo e goffissimo. Lei attraversò la strada. Io pensai “Fanculo”, e le dissi di getto: «Un giorno vengo con la macchina fotografica e faccio una foto al cappello!». Lei rimase basita, poi si illuminò in un sorriso e disse scherzando «10 euro!».
    
    Entrai al bar, comprai delle chewingum a caso, 1 €, e uscii. Gliene offrii una, ma lei disse di no col capo e aprì la bocca, tirando fuori la lingua, facendomi vedere che ne aveva una. Troppo dolce questo atteggiamento.
    
    A casa pensai a lei. Avevo il pallino delle asiatiche, non perché mi piacessero più delle altre (a me piacciono tutte le donne, di tutte le razze e di tutte le età legali), ma perché volevo togliermi la curiosità. Così presi la questione di petto, una domenica spolverai la bicicletta e andai là. “Se non c’è avrò fatto comunque una bella girata!”. E invece c’era.
    
    Dapprincipio non mi riconobbe, poi quando le dissi «Ho portato la macchina fotografica» si illuminò in viso. Allora mi porse il suo cappello, ma io dissi «No! Voglio fare la foto con te!!». Lei si imbarazzò un poco, ma me la concesse. Poi sghignazzò e disse «10 euro!». Mi ero preparato la risposta: «No 10 euro, ma un gelato! Quando vieni?». E così la invitai ...
    ... fuori, questa clandestina asiatica di 35 anni e con una figlia in Thailandia. Ne aveva 35, vero, ma ne dimostrava meno di me, che ero davvero giovane.
    
    Fu così: prendemmo il gelato nell’unico pomeriggio libero che aveva, camminammo, la accompagnai a casa (un container nei pressi della stazione di servizio), mi offrì il tè, mi fece sedere sul suo letto e lei di fianco, dato che di sedie non ce n’erano, e poi aspettò. Aspettava una mia mossa, ma io ero inesperiente e davvero sensibile come solo i ragazzi bruttini sanno essere. Mi aveva raccontato la sua storia triste e mi sembrava di approfittare di lei. Eppure lei voleva. Allora le dissi, tutto rosso in faccia, che mi piaceva. Lei sorrise dolcemente e mi disse «He he, sei carino!». Quindi prese la mia mano e la appoggiò dolcemente al suo cuore. La baciai.
    
    Non ricordo bene ciò che successe subito dopo; quando ripresi coscienza stavamo rotolandoci nel letto limonando duro, mentre lei si strappava di dosso i vestiti. Il corpo era davvero chiaro, e stonava con la faccia bruna. Però era troppo sexy, troppo bella con quelle tettine sode con i bottoncini dei capezzoli piccoli e duri. Mi marcò il collo con i suoi denti bianchi e io mi divertii a sfregarle il mio nasone sul suo nasino. Mi spingeva la sua figa al cazzo. Poi disse «Entra! Entra!!». Ma non avevo il goldone! Dissi «Aspetta!» e mi chinai a cercare i jeans. Lei si spazientiva, dicendo «Dai dai!!» con quella sua vocetta da nana assassina, e io ero in confusione perché non ...