1. Si accettano caramelle dagli sconosciuti - II


    Data: 15/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Molly B, Fonte: EroticiRacconti

    Camminare sui masegni sconnessi di Venezia con tacchi, borsa e trolley, è una tortura. Farlo con le palline cinesi, mi accorgo subito di quanto sia ancora più difficile. Sembravano così quiete, mentre ero seduta in treno… ora le sento muoversi ad ogni passo! I miei muscoli più interni le abbracciano, accrescendo la mia già forte eccitazione. Lui cammina spedito, una manciata di passi avanti a me. Lo vedo appena, nella penombra che avvolge la città. Non riesco a raggiungerlo, e lui nemmeno si volta a guardarmi; dà per scontata la mia presenza. Osserva, di tanto in tanto, le vetrine colme di cianfrusaglie cinesi. Mi cerca nei riflessi del vetro? Non ne sono sicura. Mi irrita terribilmente. Davanti a noi, la calle principale è bloccata. Un gruppo di turisti ha scelto, al solito, il punto più stretto per fermarsi a chiacchierare. Io conosco Venezia come le mie tasche, ma quest’uomo algido e sicuro di sé non può saperlo. Prendo una calletta a destra. Un paio di svolte e sono di nuovo sulla via principale, ben più avanti di lui che ha dovuto farsi largo tra la piccola folla. Lo vedo guardarsi intorno, stupito. Mi cerca! Quando infine mi vede, scuote la testa e ride. Per un attimo sembra quasi allegro. “Questa me la paghi, ma ti è riuscita davvero bene gattina” “È la seconda cosa che mi riesce bene oggi, mi pare” mormoro guardandolo di sottecchi. Sbuffa ma non risponde, tuttavia prende il mio trolley. Lo porta per me. Proseguiamo finalmente affiancati. Abbiamo lasciato la stazione ...
    ... da una ventina di minuti, siamo alla fine della Strada Nova, e io non ne posso più. Le sfere non cessano un attimo di muoversi, vibrare, ondeggiare sollecitando i miei muscoli. È una stimolazione continua, senza speranza d’appagamento. Mi appoggio ad un muro, sfiancata. Mi sorprendo non poco quando si avvicina e mi abbraccia… Quante sfaccettature diverse ha quest’uomo? “Mi tremano le gambe” bibiglio in un soffio. “Un altro quarto d’ora, poi saremo soli”. Rassegnata, mi stacco da lui. Continuiamo ad attraversare Venezia seguendo il corso del Canal Grande. Non potevamo prendere un vaporetto? Sono in fiamme, e tentata di fermarmi nuovamente, quando lo fa lui. Siamo davanti ad un immobile signorile, non lontano da Palazzo Benzon. Dal giardinetto arriviamo al primo piano; entriamo in un salottino semplice e minimale. Mi sarei aspettata un appartamento sontuoso e carico di arredi lussuosi, vista la zona. Attirano la mia attenzione solo le alte finestre in puro stile veneziano, e la vista parziale sul Canal Grande. “Vorrai darti una rinfrescata. Seconda porta a sinistra”. Non sembra un invito e nemmeno un suggerimento. Suona come un ordine. Mi dirigo verso il bagno con non poca delusione. Un altro rinvio… Tra i marmi bluastri, sotto l’acqua bollente della doccia, mi chiedo se non sia il caso di riflettere bene su quel che sto facendo. Nessuno sa dove sono, ed io non so con chi sono. La mia figa, umida e pulsante dopo quella lunga camminata, risponde però per me. Da quanto tempo non ...
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