1. La prima, calda estate di Mirko (X) - La professoressa di inglese


    Data: 03/10/2017, Categorie: Esibizionismo Autore: mirko_polenghi@virgilio.it, Fonte: EroticiRacconti

    Amavo il silenzio di casa ed adoravo stare da solo. Cenai mangiando la pizza margherita che avevo ordinato, consegnata con elvetica precisione. Ero già proiettato alle 21, l'orario in cui Sabrina soleva collegarsi anche solo per un breve saluto. Nell'attesa decisi di migliorare un po' il mio aspetto. Mi ero già sbarbato stamattina, quindi mi bastò lavare il viso per eliminare la lucida patina di sudore ed archiviare la pratica “igiene personale”. Misi una canottiera bianca, come la volta precedente. La bretella stretta metteva in risalto le mie spalle larghe ed allenate. La mia catenina d'oro avrebbe luccicato tra le pieghe dei miei pettorali piatti e glabri, sicuramente un bell'effetto speciale. Teoricamente sarei potuto anche rimanere in mutande, ma non volli correre il rischio di fare figuracce ed infilai un paio di jeans tagliati appena sopra le ginocchia, chiusi con una cintura di cuoio. Incomprensibilmente misi anche le scarpe, non seppi spiegarmi perchè mi facevano sentire più sicuro. La serata non era calda come le altre, forse più umida visto che il sole fu coperto tutto il giorno da pesanti nubi. Da fuori la finestra, un ticchettio aritmico indicava che stava cominciando a piovere e grosse gocce d'acqua macchiavano l'asfalto asciutto. Ben presto cominciò a piovere copiosamente ed il cielo tuonava rabbioso. Il computer era acceso ed attendevo l'accesso di Sabrina affacciato a guardare il temporale, cosa che avevo sempre adorato fare fin da piccolo. Finalmente, ...
    ... quel suono. Ecco Sabrina. Senza nemmeno salutare, vedo apparire la richiesta di connessione video. Istintivamente mi sistemai la catenina e la canottiera, in maniera del tutto inutile visto che c'era ben poco da mettere in ordine. Cliccai e le nostre camere si unirono. Mi accolse con un larghissimo sorriso, poi mi salutò e potei udire la sua voce. Di solito non accendeva il microfono, diceva che la metteva in imbarazzo, trovai la cosa sorprendentemente piacevole. “Ciao cucciolotto...” esordì lei “... come stai ?” “Sto benissimo.” dissi io allargando le braccia come per farle notare la mia forma fisica, mi sentivo bello e desiderabile. “Tu che mi racconti mammina.” Avevo cominciato a chiamarla “mammina” in risposta al suo “cucciolo”. “Bene, dai.. stanchissima ma bene.” La luce pallida del suo monitor le illuminava il viso e si rifletteva nei suoi larghi occhiali. A differenza delle altre volte indossava una larghissima T-shirt bianca con una grossa scritta che non riuscivo a leggere, l'accollatura della maglia era molto ampia tanto che solo le spalle erano coperte. “Se vuoi andare a riposare lo capisco, non ti preoccupare per me.” Sapevo che le piacevano i miei modi gentili, ma mai domanda fu più bugiarda. “No, non vorrei essere in nessun altro posto, lo sai che mi rilassa moltissimo parlare con te.” Adoravo sentirla fare le fusa, oltretutto la sua voce giovanile e quel suo modo di dire “te”... mi faceva impazzire. “E poi posso stare più tempo stasera visto che i ragazzi non ci ...
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