1. La prima, calda estate di Mirko (X) - La professoressa di inglese


    Data: 03/10/2017, Categorie: Esibizionismo Autore: mirko_polenghi@virgilio.it, Fonte: EroticiRacconti

    ... sono. E posso anche parlarti”. La serata era cominciata nel migliore dei modi. La sentivo molto rilassata, forse per via del fatto che fosse sola in casa Parlammo per almeno mezzora senza mai muoverci dalle sedie, ascoltava interessata tutto quello che le raccontavo ed io ascoltavo lei. Poi sentì un lieve fischio, provenire dalla sua parte. Lei si alzò per prendere il suo cellulare e mi sembrò di scorgere il colore della pelle delle sue cosce appena sotto il lembo della maglietta. Lei rispose ad un messaggio, chiedendomi di aspettare un momento. Io non chiesi chi fosse, ma avrei ucciso per saperlo. Non appena si riaccomodò sulla sedia, la guardai con un sorriso enigmatico e gli occhi da triglia. Lei lo notò e disse “Beh.. che c'è ?” Io sapevo che stavo per chiedere qualcosa di pericoloso, ma volevo dare una scossa alla chiacchierata. “Sabri, ti dispiace alzarti un attimo dalla sedia ?” Lei volle sapere perchè. Io insistetti “Alzati un attimo dai.“ Lei si alzò, ma non vidi ciò che avevo solo pensato di vedere pochi istanti prima. Mi giocai il tutto per tutto. “Sabri fai qualche passo indietro, dai.” Lei capì, con aria sorridente ed indispettita si portò le mani ai fianchi e soffiò lateralmente facendo guizzare un ciuffo della sua frangetta. Indietreggiò. Avevo visto bene, lei indossava solamente quella grande maglia, ed una volta in piedi la t-shirt le copriva diagonalmente le gambe, lasciando scoperte le ginocchia e metà di una coscia. Ora che ci pensavo, l'avevo sempre ...
    ... vista a mezzo busto, un po' come le conduttrici del TG. La forma del suo corpo era piena ed armoniosa. La maglietta, benchè larghissima, non nascondeva la forma del suo grande seno, palesemente libero e senza sostegni; la sua vita era apparentemente stretta, ma il suo bacino più largo e voluttuoso. Si lasciò guardare per qualche secondo, poi decise di stare al gioco, facendo lentamente un giro completo su se stessa. Mentre stava ruotando, la sentivo parlare: “Va bene così ? Hai visto tutto ?” con un leggero eco vista la distanza da cui parlava. Poi tornò seduta e sorrise di nuovo. Io non risposi alla sua domanda, forse retorica. Sinceramente non avevo capito se sì infastidì per la richiesta. Volli saperlo subito, le chiesi anche se la cosa l'avesse imbarazzata. “No, tranquillo. Anzi, se devo essere sincera sono contenta che tu me lo abbia chiesto. Imbarazzata sì, un po', dopotutto non sono bellissima, ma non ho paura di farmi vedere.” Io la rassicurai sul fatto che, invece, fosse molto bella. “Ad averne di professoresse come te” le confessai “fossi stata nella mia scuola avrebbero divelto il fronte di tutte le cattedre.” Lei non capì, le dovetti chiarire come alcuni ragazzi rompevano parte della cattedra per poter guardare le gambe delle professoresse, di quelle più carine. Rise, confessò che anche nella sua scuola molte cattedre erano così rotte e finalmente fu capace di darsi una spiegazione, poi disse: “Che diavoli che siete, voi ragazzi. E a te, Mirko, c'è qualcosa ...
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