1. Sesso nel traffico


    Data: 25/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: antinous

    ... masturbarlo lentamente... non sapevo se gli piacesse baciare, ma avevo talmente desiderato quel momento che, senza alcuno scrupolo, mi stavo indirizzando con la lingua verso la sua bocca. Roberto non si ritrasse, socchiudendo gli occhi acconsentì ai miei baci, e le nostre lingue si unirono, si cercarono, si avvinghiarono l'una all'altra come se si fossero rincorse per secoli, e ora finalmente potessero scambiarsi la saliva di cui erano pregne. Quel momento tra noi durò poco, perché fummo interrotti da una telefonata importuna, e dopo poco Roberto preferì rivestirsi e tornarsene a casa ... ma da quel giorno cominciammo a frequentarci sempre più assiduamente: ci eravamo piaciuti, come alcuni amano dire "c'era chimica" tra di noi, ed eravamo perfettamente compatibili a letto: gran toro solo attivo lui, versatile più passivo io.
    
    "L'importante è che scopamo": quella sera il problema era trovare un posto tranquillo per scopare, dove carabinieri e polizia non avessero rotto i coglioni (poi dicono che non ci sono forze di polizia a sufficienza per tenere a bada il terrorismo: se utilizzassero i poliziotti per le cose serie, invece di mandarli a fare i guardoni e a spaventare chi cerca un po' di intimità... sarebbero sicuramente più che sufficienti!). Quel parcheggio vicino all'autostrada si prestava: sufficientemente isolato, buio, non vi passava mai nessuno, avremmo potuto spogliarci e dedicarci a fare l'amore sia in macchina che fuori, io appoggiato sul cofano della macchina ...
    ... per farmi sodomizzare, come già aveva fatto in altre occasioni facendomi godere fino a farmi sborrare con il culo.
    
    Ma la giornata ci riservava un altro brutto inconveniente: autostrada bloccata per il traffico, in entrambi i sensi di marcia! "Robè, qua si mette male... con tutto questo traffico non arriveremo mai!"; "e che ce frega? Mettime la mano qua". Stavo guidando, lentissimo nel traffico, ma il cambio automatico mi permetteva di avere la mano destra libera. Con fare perentorio Roberto mi aveva preso la mano e l'aveva appoggiata sulla sua patta: il suo membro era già di marmo, avevo difficoltà a liberarlo dai pantaloni considerata la posizione scomoda e le notevoli dimensioni di quel portento della natura, ma vi ero riuscito e ora lo stringevo in mano. Ventidue centimetri di carne calda, durissima, lo masturbavo lentamente attento a non distrarmi nella guida, alternando il movimento sul suo uccello al movimento della mia mano verso la mia lingua, alla quale avvicinavo il palmo per inumidirlo e rendere più godibile il massaggio della sua cappella.
    
    "Robè, ma che stiamo facendo?! Siamo in mezzo al traffico!... se ci vede qualcuno?!"; "Te s'è drizzato pure a te, eh regazzì?". Era vero: fargli quella sega nel traffico mi aveva eccitato terribilmente, e ora anche il mio di uccello voleva liberarsi dalla prigionia del pantalone. Roberto mi aiutò a tirarlo fuori: avevo il glande gonfissimo, come se stesse per esplodere, e Roberto iniziò a maneggiare anch'egli su e giù sulla ...