1. Le mani, la voce


    Data: 04/01/2019, Categorie: Etero Autore: single80fe

    Mi tieni tra le mani, vado il calore delle tue spalle scoperte.
    
    Copri e scopri la mia cappella, infiammata, lentissima.
    
    Mi hai voluto così, tuo, completamente. Per potermi parlare, guardare, masturbare. Soprattutto far impazzire.
    
    Non ti immaginavo così, non quando ti ho parlato in quel piccolo e caldo bar.
    
    Non pensavo che due ore dopo mi avresti stretto il cazzo in una mano, bagnando la cappella con la saliva, guardandomi negli occhi.
    
    "Lo so che sei mio ora, che faresti qualunque cosa per me" mi dici, con la voce calda, quasi sussurrata eppure così forte.
    
    "Rilassati, mentre ti masturbo, come non sei mai stato masturbato".
    
    E mentre lo dici avvicini la punta delle lingua al frenulo teso, lo copri con la pelle, lecchi in cerchio la cappella e la fai scivolare nella tua bocca.
    
    Quasi godo, ma devo resistere. Me lo hai detto mentre uscivamo dal bar e quasi mi trascinavi verso casa con la mano: "Potrai farmi di tutto, quando vorrai. Ma questa sera" e hai avvicinato le labbra alle mie orecchie causando una forte erezione "Questa sera dovrai godere solo quando te lo dirò io".
    
    E ora acceleri con la mano chiusa sul mio uccello, lo senti pulsare. Non hai avuto bisogno di tanto per farlo indurire. Mi hai fatto sdraiare, mi hai guardato. Mi hai detto: "Ti voglio duro per me". E così è stato.
    
    Ora mi prendi tra le labbra e con le mani ti slacci lentissima il reggiseno. Lo fai scivolare fino in gola, sparisce e freme, mentre vedo il tuo seno.
    
    Lo appoggi lì ...
    ... in mezzo, lo massaggi, mi sembra di impazzire.
    
    "Fai il bravo, non godere, non ancora, non fino a quando non ti autorizzo".
    
    È difficile, resisterti. Non pensavo che una ragazza più giovane di me potesse farmi impazzire in questo modo.
    
    Sorridi, mentre fai scivolare un rivolo di saliva fino alla cappella. È rossa, infuocata come non mai.
    
    Me lo afferri alla base, forte.
    
    E ora stai ferma, lì. "Ora ti faccio assaggiare la mia figa, dalle mie dita" È sempre più difficile non esplodere. Ma ora stai ferma con il mio uccello in mano, mentre mi fai vedere come scivoli a toccarti. Gemi un po' mentre mi dici: "Ti piace, porco, guardare una ragazzina toccarsi per te?".
    
    Uno spasmo al cazzo, e il liquido pre-spermatico esce appena.
    
    "Non godere, cazzo" mi dici mentre il tuo respiro accelera.
    
    Metti il palmo della mano sulla cappella, come a voler fermare lo sperma caldo. Allunghi le dita verso la mia bocca.
    
    Io ci gioco con la lingua, le labbra, ti bevo e le succhio. Ma so che non riuscirò a distrarti.
    
    Riprendi il controllo, ti alzi, mi prendi ancora l'uccello in mano e te lo passi prima sul seno, poi sulla pancia, sull'ombelico.
    
    Mi parli, nel mentre: "Ti farò sborrare come non hai mai sborrato, ma non ora".
    
    "Dieci" dici. E io capisco, è il conto alla rovescia, sarà difficilissimo resisterti. Ma ti voglio, ti voglio ancora, dovrò farlo.
    
    "Nove". Mentre acceleri impercettibilmente e sento il suono dei tuoi bracciali.
    
    "Otto". E dopo averlo detto continui a ...
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