L'ottico di fiducia (parte seconda)
Data: 04/01/2019,
Categorie:
Etero
Autore: sormejo
Continua dalla prima parte:
Nella mezz’ora successiva godetti come non pensavo si potesse godere grazie ad una bocca… lui fu generosissimo, non si risparmiò (la lingua e le ginocchia gli fecero male per tre giorni, mi confessò poi…) ed io… beh fui una vera egoista!!!
Cercai solo il mio piacere, sdraiata su quella poltrona dove i miei umori e la sua saliva si mescolavano.
Venni, venni e venni ancora.
Poi, appagata, mi venne il rimorso.
Pensai a lui con il cazzo gonfio ancora pulsante nei pantaloni e gli dissi: “Ora tocca a te”.
Mi alzai in piedi, malferma sulle gambe, e gli slacciai cintura e calzoni abbassandoli, mi sbarazzai anche dei boxer lasciandolo in camicia e vidi per la prima volta quello che a buon diritto si può definire un gran bel cazzo.
Ne avevo visti più lunghi, ma sicuramente non così grossi.
La mia mano non riusciva a chiudersi stringendolo.
L’asta era turgida e con grosse vene in rilievo e la cappella, rossa e gonfia con gocce di precum che facevano capolino.
Era durissimo…
Lo leccai per bene la punta con la lingua ed allargai bene la bocca per accoglierlo…
Quando lo presi dentro e sentii le sensazioni che la cappella e le turgide vene dell’asta mi trasmettevano, direttamente alla figa, capii che la mia avventura con quel maturo cinquantenne dal cazzo di marmo era appena cominciata.
“Voglio fargli il mio più bel pompino della mia vita, se lo merita!” mi dissi, e cominciai a percorrere longitudinalmente tutta ...
... l’asta mentre ,contemporaneamente, muovevo la punta della lingua in su e in giù.
Massimo respirava rumorosamente per l’eccitazione.
Non volevo assolutamente che venisse troppo presto, quindi cercai di alleggerire la pressione.
Arrivai con la lingua alla base di quel grosso palo, dove il diametro era davvero impressionante: una lattina di Red Bull, o forse di più e di sicuro molto più lungo… e mi dedicai alle palle, succhiandole e prendendole in bocca una alla volta.
Nel frattempo il suo cazzo mi premeva sul viso e la cappella mi superava l’attaccatura dei capelli.
Lo annusai: sapeva di maschio e di eccitazione ed il suo odore naturale creava uno stupendo blend con il profumo che aveva messo stamattina.
Il cazzo, mentre gli succhiavo le palle, diventò ancora più rigido e le vene ancora più turgide.
Nel vedere in primissimo piano quello stupendo attrezzo di godimento dimenticai le mie idee di un lunghissimo mega pompino, e non resistetti più: “Ti voglio dentro!”, sussurrai, “spogliati!”.
E guardandomi attorno presi alcuni cuscini che erano sul divanetto attiguo allo studio e li misi sul pavimento creando in due secondi una sorta di futon su cui lo feci sdraiare…
Era un bello spettacolo, il mio ottico di fiducia, sdraiato con il cazzo all’aria, la faccia arrossata e gli occhi felici.
Mi misi sopra di lui in piedi a gambe larghe, nuda con le sole scarpe.
Lui spostava continuamente lo sguardo tra le tette e la figa.
“Sei stupenda”, disse in un ...