A - p - o - c - a - l - i - s - s - e - il romanzo di cumcontrol - il prologo
Data: 06/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: CUMCONTROL
Oggi.
Oggi apro gli occhi. La testa mi duole.
Volto appena il collo e vedo la mia mano che si aggrappa ad una rete di metallo.
Mi volto, e l’altra mano pure quella si aggrappa alla rete di metallo. E notte fonda. Nel buio della notte della mia mente sgrano gli occhi e si mettono a fuoco le luci aranciate di una pista. E’ l’aeroporto. Sento di là le turbine sotto le ali di apparecchi pronti a fendere l’abisso scuro dei cieli. Attendono il messaggio radio della torre di controllo.
Quanto tempo è passato, e che ci faccio io qui oggi… Sono trascorsi quattro lunghi anni. E oggi...
oggi mi ritrovo così, aggrappato ad una rete che ondeggia nell'abisso di una notte.
Oggi.
Dove sono io, io mi chiedo… mi chiedo e mi richiedo...e perché ondeggia questa rete, cui le mie mani si aggrappano.
Cosa sono questi colpi dietro di me, cui io non so dare cognizione. Abbasso il mio sguardo e osservo le mie gambe flesse contro terra, divaricate e i miei calzoni, cosa fanno ripiegati alle caviglie.
Sulla pancia poi, nel cui interno ribollono i fermenti di alcolici bevuti chi sa dove e poi con chi, sento una mano fredda estranea pigiarmi il ventre. Ma poi sulle mie natiche, sulle mie natiche insistono colpi sicuri e nervosi. Mi volto, ma la nebbia negli occhi mi distingue solo ombre.. e sulla nuca, mi si avventano le fauci rabbiose di un orco.
Degli orchi…
Si, perché attorno a me ora vedo uomini vestiti dalle cui braghe si flettono arnesi pronti alla manovra, come ...
... quegli apparecchi fuori di me, schiantati con le ruote ferme sulla pista umida e con le turbine accese sotto le ali.. sono gli aerei in attesa appena oltre la rete che ondeggia.
La rete sbatte. L'equilibrio io quasi perdo...
Attendono pazienti le bestie attorno a me dai falli smanettanti, che non attendono che un cenno di imminente ingresso, reso possibile dall'ultimo sborratomi in ventre.
Ora sento. Ora si che sento, ora che a poco a poco si rischiara la mia vista sento il mio buco mio bruciare da ore. Mi si stringe sempre di più il mio buco, è esausto e senza rimedio rifiuta l’insistenza di nerchie rabbiose che da qualche luogo corpi del branco mi han portato fin qui, per fare di me cagna da giocare…
Il tempo dei piaceri dell’anima si è estinto in un tempo lontano, che non so più collocare nel tempo, annebbiato come sono dall’alcol e dal fumo inalato.
“Aspira cagna” mi dice qualcuno e ad ogni aspirazione mi si incendiano i polmoni mentre l’ano si arrende alle incursioni predatorie del gruppo. “Aspira cazzo” e la luce aranciata al di là della rete ondulante mi si accende di bagliore potente che mi acceca…
Oggi.
Da ore sono nel rogo della carne e nel mio cuore non vi è più traccia alcuna dell’ultimo amore.
Poi d’un tratto sento da me allontanarsi il fallo umido e dal mio ano fiotta il residuo ancora vivo del latte umano non già fatto per scrutare un retto, ma le recondità feconde di un corpo di donna.
Esausto mi ripiego e sciolgo le scarpe e libero i ...