1. La mia Piccola iena


    Data: 08/01/2019, Categorie: Etero Lesbo Autore: anonima7, Fonte: RaccontiMilu

    ... volte in cui te l’ho detto”-“Vaffanculo, offrimi il caffè e per oggi posso anche finire di insultarti”-“Lo faccio solo perché oggi è una giornata del cazzo, e come spesso capita tu e le tue idiozie me l’avete cambiata”“Vaffanculo…non credo che smetterò oggi di insultarti..”Questa è la mia piccola Sara, un concentrato di sbadataggine e pepe che ha preso le sembianze di una donna. Donna meravigliosamente tale, in ogni suo ambito, ma che ti contagia nei suoi momenti di follia e di vuoto. Ti vuole nel baratro con lei. Credo di avere ancora un rapporto così limpido con Sara proprio perché nel baratro non mi ci sono fatta mai tirare.Una piccola ninfa bionda, con due occhi color nocciola, un corpicino quasi androgeno, magrissima e due piccoli seni sempre liberi sotto la maglia.“Come tutte le cose il reggiseno ha una funzione, con me perderebbe lo scopo per cui è stato creato”Questo diceva sempre sul suo seno. Seno che io trovavo incantevole. Mi piacevano quei capezzoli così piccoli, che risaltavano così sulla sua pelle bianca. Corpo spigoloso per i miei gusti, troppo spigoloso, però era magnetico, quasi come fosse una vergine pura e inviolata chiedeva attenzioni e chiedeva calore.Attenzioni e calore, che più di una volta non ho resistito a dargli. Ho succhiato quei capezzoli, ho accarezzato quegli spigoli come a volerle curare un male che fuori non si vedeva, ho affondato la faccia tra le sue gambe, ubriacandomi del suo profumo, l’ho fatto tante volte. Del resto lei era così, ...
    ... sembrava una vergine ma si donava con la facilità di una puttana d’annata, che si vende per gli ultimi spiccioli che il suo corpo può valere.Eravamo in Club House quella mattina, a prendere un caffè e a prepararci prima di avviarci fuori dai rispettivi equini. Molto diverse io e lei, quel posto aveva significati differenti per noi, i nostri cavalli erano differenti, le nostre selle, i nostri finimenti, le nostre competizioni e non competizioni.Lei era da competizione, io ero contro la competizione. L’equitazione è fatta di contraddizioni.Armeggiavo in scuderia, tra carrelli e briglie, volevo sbrigarmi. Dovevo sbrigarmi. Esco trionfante pensando di essere riuscita a riempirmi abbastanza di roba per dover fare un solo viaggio, Carogna l’avevo relegato volontariamente nel box più lontano e più tranquillo del maneggio.Sì, il mio cavallo si chiama Carogna. (in dialetto romano indica persona dal carattere talmente burbero e scontroso da essere inavvicinabile quanto una carogna, ovvero carcassa putrida di animale morto).Eccolo lì, con quel musone sempre un po’ stupito, come se si chiedesse perché mai io stia lì e a fare cosa. Strategie equine per evitare qualsiasi sforzo fisico ne conosco a bizzeffe, già guardandolo sapevo che non sarebbe stata una giornata facile, mi avrebbe fatto sudare.Operazioni di bardatura, filano lisce…il che fa presagire il peggio.Mi incammino con Carogna dietro, verso il campo, e vedo arrivare un Van di quelli luccicanti, ultimo modello…o ultima astronave perché ...