1. La mia storia con julius


    Data: 09/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: cyberschiavo

    ... appoggiò la sua borsa sul tavolo, cominciando a tirare fuori la sua mercanzia: calzettoni, delle magliette, e qualche collanina.
    
    “Scusa se te lo dico, ma veramente non mi interessa la tua roba e cominciai a posare lo sguardo sul suo pacco”.
    
    Compresi dalla sua espressione che non aveva ancora capito ed allora esplicitamente gli chiesi - “Tu andresti con un ragazzo?”
    
    A quelle parole scattò subito come una molla, per un momento credevo che volesse menarmi, ma si limitò a cominciare a riporre la sua roba nella borsa, allora io continuai :- “Aspetta, scusa, ma forse non mi sono spiegato: io voglio vedere solo il tuo uccello, lo voglio solo tenere in bocca o in mano.”
    
    A quelle parole si fermò un momento e visto che si deve battere il ferro finché è caldo aggiunsi :”Ti do 50 euro se me lo fai fare”.
    
    Anche l’ultimo muro era sfondato!
    
    Smise di mettere dentro la sua roba, ci pensò per un paio di secondi che per me sembrarono un’eternità e poi guardandomi mi disse - “Solo perché mi servono quei soldi!”.
    
    Ero al settimo cielo, pregustavo già il momento in cui quell’immane cazzo mi sarebbe scivolato dentro la bocca, credo di essere anche venuto nelle mutande.
    
    Gli dissi di finire di mettere la sua roba a posto e poi mi feci seguire fino al secondo piano dentro al bagno.
    
    “Non ti preoccupare faccio tutto io”.
    
    Lo feci mettere davanti allo specchio e gli dissi di togliersi i pantaloni; aveva un paio di jeans vecchi con la chiusura a bottoni; lentamente cominciò a ...
    ... sbottonarsi, si tolse la cintura e si calò a metà gamba i pantaloni.
    
    “Togliteli completamente!” - gli ordinai, e lui ubbidientemente si tolse prima le mocassino e poi i pantaloni: portava un paio di mutande da uomo che poco nascondevano dei suoi genitali.
    
    “E ora - avvicinandomi a lui - togliamo le mutande”; comincia a fare scivolare via dal suo corpo l’ultimo indumento che mi ostacolava dalla visione del suo sesso.
    
    Non vi erano parole! Non vi erano parole per descrivere quel suo organo, mai più visto qualcosa di cosi eccezionalmente grande nella mia vita: malgrado non fosse per nulla in tiro era già lungo si e no 20 cm, nero come la pece, una specie di tronco con una cappella di un colore mai visto che spuntava da un cespuglio di peli neri e riccioluti.
    
    Rimasi per alcuni secondi a mirarlo e rimirarlo esterrefatto, poi gli feci segno di posizionarsi sul bidè in modo da rimanere con le spalle al getto d’acqua.
    
    Mi misi chino su il suo grembo e aprii l’acqua calda; presi del sapone e comincia a lavargli il cazzo; ad ogni movimento vedevo il suo uccello diventare lentamente più grosso: leggevo la sua vergogna scritta nella faccia, malgrado tutto la cosa cominciava a piacergli.
    
    “Ecco un bell’alzabandiera - cominciai a dirgli - non mi sembra che ti dispiaccia molto”.
    
    L’asta era ora alla sua massima estensione.
    
    Cazzo, era più lunga di 25- 27 cm, ero tentato di andare a prendere il metro per vedere di preciso la sua lunghezza ma non riuscivo a staccare gli occhi ...