Scherzi o sfidi?
Data: 10/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: -Giulia
Non era trascorsa neppure una settimana eppure le tue mani contro le avevo pensate molto, intorno al collo o fra i capelli non sarebbe stato differente, fra di noi. Avevamo una confidenza per cui le nostre perversioni potevano emergere senza stenti, a te piaceva che io non dimenticassi mai come comportarmi, ed io nel compiacerti riuscivo ad eccitarmi. La tua fermezza non mi aggrediva e non immaginavo che altri avrebbero saputo gestirmi con la tua facilità. Cercai di mostrarmi sensuale e di fronte uno specchio mi chiesi se sapermi più nuda mi rendeva più interessante, se lo fossi davvero. Non ti avevo sentito raggiungermi e mi accorsi di te soltanto per la tua ultima falcata, avevi attraversato il corridoio rumorosamente, mi intimidii e arrossii guardando le tue labbra baciarmi il collo, i seni. Il tuo narcisismo mi impose di guardarmi godere, gioivi del mio imbarazzo ed io rimasi una bambina da viziare, bravissima. Io ambivo ai movimenti rotatori della tua lingua fra le mie cosce, tu non avevi finito di esasperarmi e invece di scendere ti alzasti per sgridarmi sottovoce, non riuscivo a starmene zitta, i miei complimenti ti lusingavano rendendomi disubbidiente. Cercai di protestare inutilmente, mi spinsi verso il basso ed io vogliosa mi inginocchiai, aprii la bocca per bene, per lasciar uscire frasi di troppo che si potevano rivelare unicamente perdite di tempo. Ti abbassai frenetica i pantaloni, immaginai il tuo sorriso di fronte alla mia smania di prenderlo in bocca, il ...
... mio schiavizzarmi pur di averlo ti divertiva, il tuo agitarlo contro il mio viso ti rendeva più forte. La mia mano non riusciva a racchiuderne la grandezza, cercai di compensare con una presa salda e rapida, per non sentirmi dire di nuovo quanto fossi spiacevolmente delicata. Alzai lo sguardo per sapermi vista da te, i tuoi occhi non si sforzavano di nascondere quanto fossi compiaciuto, io accellerai per saperti chiuderli per il piacere e questo sentirmi potente mi entusiasmò eccessivamente, mi fermai. 'Perchè?' 'Perchè posso.' Non era la perdita di un orgasmo imminente a scuoterti, era la provocazione di una sfida che non concepivi, un permesso che non avevi concesso, il tuo controllo, la mia subordinazione. Questo ti teneva e accecava, una scintilla differente nelle iridi scure accompagnarono una risata sarcastica, intimidatoria non lo sai. Io mi divincolai immaginando una sculacciata punitiva, riuscii a trovarmi fuori dal bagno prima che tu finissi di alzarti i pantaloni. La vidi in quel momento e l'indecisione mi animò. La cintura di pelle che avevo scelto per te la settimana prima, con l'innocenza di chi non lo sa che ci sarà una prima volta. Un frustino per i clementi, e poi? 'Non lo farai.' Una volta una madre nervosa incolpò la figlia per il proprio umore, il marito la riprese presto concludendo che era lei a innervosire la bambina, non il contrario. Il mio ruolo lo scelsi con i termini di cui mi pentii subito, la sfida che correva fuori dalle mie labbra ti avrebbe ...