Scherzi o sfidi?
Data: 10/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: -Giulia
... agguerrito soltanto ed io, ancora, non avevo imparato a restarmene in silenzio. Lo avevi sostenuto poco tempo prima, era necessario che pensassi prima di espormi. 'Non lo faró, mh. Sei sicura?' Il mio sorriso migliore. 'Ruffiana, fai la brava e incassa un consiglio. Vieni qui.' 'No.' Sarà stato l'istinto. La tua calma e la mia posizione sconveniente. Un passo mio per scappare ancora un po', una tua falcata per afferrarmi un polso, contorcelo dietro la schiena e mordermi il lobo sinistro. 'Davvero? Credevi davvero che scherzassi?' Puoi non accettare di aver bisogno di sottomettere la tua persona a un'altra, puoi temporeggiare, eppure un indole muta i toni e gestisce le perversioni. 'Scusami.' 'Tardi.' La tua calma seria che non ammette repliche, l'autorità intima che riveli soltanto a me. Il cuore tachicardico per il polso soffocato, mi constrinsi a guardarti prima di lasciarmi il braccio. 'Via la sottoveste.' Accettazione. Sottomissione. Intimidita volevo ubbidire, sapere che alla fine, la tua carezza sulla mia guancia mi avrebbe risollevata e calmata. Mi spogliai e da brava mi piegai sulla scrivania, le gambe divaricate a dovere, il sedere ben esposto. Mi avresti chiesto di contarle? Cristo, almeno un'umiliazione in meno. Chiusi gli occhi e ti sentii aprire un cassetto, il rumore di un metallo per farti ...
... da garanzia. No, non mi avresti chiesto di contarle. Dovremmo sapere che cosa desideriamo, quanto oltre temiamo di spingerci. Inarcai la schiena e raccolsi i capelli, inumidii la pallina di gomma dura con la lingua prima di prenderla in bocca. Fiducioso, non la strinsi neanche, risultava palese per entrambi che un fiato non mi sarebbe convenuto. La mia cinghiata raggiunse il pavimento, saltai per il rumore, poi mi sorprese una sculacciata carica da lasciarci un'impronta. 'Io con te non scherzo, ma non dovrebbe muoverti la paura. Niente cintura. Contale ora, vorrò sapere quante sono.' I confini li avevo visti e disegnati con te. Un dolore fisico per sentirsi liberi e non afflitti. La nostra dominazione era giusta, punitiva, non violenta. Il mio viso si sarebbe rigato di lacrime alla quinta sculacciata, era una quiete anomala e per molti incomprensibile, io la provai con le tue mani fra i miei capelli sciolti e poi raccolti in una coda provvisoria. La tua eccitazione premeva impaziente contro il mio collo, mi voltai e mi inginocchiai per saperti riempirmi la bocca questa volta, fu un orgasmo condiviso che mi lasciò stanca. Mi accasciai contro la tua coscia e sorrisi appena quando mi presi in braccio per trascinarmi a letto, finalmente potevo averla la tua lingua fra le mie cosce, senza doverla più bramare.