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In Cantiere - parte prima
Data: 13/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Michel
... cui tutti iniziavano ad andare via e il silenzio era rotto solo dal canto del muezzin della moschea del piccolo villaggio vicino. Ajit era molto timido e io avevo rispetto per la sua timidezza. Una sera il discorso era andato a finire sui gay e malgrado le sue risatine sono riuscito a fare un discorso serio, dicendogli che nel mio paese avere rapporti con altri maschi non era reato e che a me erano capitati. Ajit ingoiò e si fece serio. Balbettò qualcosa ma non gliel’ho fatto ripetere. Era emozionato e un po’ spaventato. A quel punto l’ho accarezzato sulla schiena, poi sulla nuca. Lui era rigido e in totale confusione. Si girava di scatto verso l’uscio pensando che potesse entrare qualcuno e lo vedesse in quella posa insieme a me. Non disdegnava le mie carezze, ma per lui erano pericolose. Decise allora di parlare, anche se con una flebile vocina: “Michel, andiamo di sotto, alla Electrical Room!” In questa sala, fatta da un dedalo di corridoi formati da tanti armadi nei quali arrivavano e partivano tanti cavi elettrici, non c’era nessuno perché i tecnici erano già andati via! Ci addentrammo nella grande sala labirintica e nel punto più lontano dalla porta, si tolse la giacca rossa della tuta da lavoro e rimase in maglietta. Era una maglietta aderente e verde che gli esaltava i pettorali e i capezzoli. Stessa cosa ho fatto io, ma sotto non avevo nessuna maglietta! Eravamo eccitati e frementi… non appena ci siamo sfiorati con le mani, ci siamo abbandonati in un lungo bacio in ...
... bocca. Sentivo la sua lingua entrare nella mia bocca, l’accoglievo e la succhiavo, la leccavo con la mia e appena cedeva un attimo infilavo la mia nella sua bocca voltandola da tutte le parti. Succhiavo le sue labbra e devo dire che non mi dispiaceva sentire i suoi baffi morbidi sul mio viso. Con le braccia lo cingevo e lo stringevo a me. Gli accarezzavo la schiena e andavo giù verso i pantaloni a cercare di entraci dentro per acchiappare il suo bel culetto di cioccolata! Lui iniziò a leccarmi il collo, poi l’orecchio destro e andò deciso giù verso i miei capezzoli ormai turgidi. Con le mani mi allargò l’elastico dei pantaloni della tuta e con gesto deciso me li abbassò con tutti i boxer. Si trovò davanti il mio cazzo dalla grossa cappella rossa e lo ammirò prima di sfiorarlo con le mani e poi di prenderlo tutto fino a farmi sentire le sue tonsille. Andava avanti e indietro con la bocca sul mio cazzo. Ero in visibilio e lui stava sfogando tutta la sua voglia repressa di fare sesso con un maschio. Aveva un fare piuttosto rozzo e quasi violento, si vedeva che non era abituato a fare l’amore con un uomo. Allontanai la sua bocca dal mio cazzo in modo delicato e con un sorriso gli dissi che se continuava a succhiare in quel modo sarei venuto subito. Lui si scusò e un po’ si calmò. A quel punto presi io l’iniziativa di abbassare i suoi pantaloni e di prendere in bocca il suo attrezzo. Era un bel cazzo, normale, dalla cappella piccola, turgida e pulsante. Non appena entrò nella mia ...