1. L'Elementalista ( 1 di 8 )


    Data: 16/01/2019, Categorie: pulp, Autore: Hermann Morr

    I Faceva veramente caldo per essere i primi di luglio, e la macchia non deludeva, sapeva di resina e rosmarino. Di rosmarino c'era un cespuglio fiorito più alto di lui, dove la pineta si faceva scogliera, lo guardava ballare nel vento. Era seduto sul terreno polveroso tra pigne secche ed erba gialla, aveva delle braghette da pescatore piene di tasche e una maglietta sporca tutta sudata, i sandali erano abbandonati accanto alla borsa. Una libellula gli si era posata su una nocca, faceva solletico. " Tu, anche tu, cosa non faresti per buttar su della legna ? " La bestiolina volò via senza rispondere, imitandola si alzò per mettersi all'opera. Conosceva già il punto giusto, se la Forestale l'avesse pluccato a pescare con la rete in area protetta avrebbe finito di vivere, ma quello era il solo modo per non fare del male ai pesci, visto che gli servivano da esca e non li avrebbe mangiati. Per le sue necessità bastava un lancio, massimo due. Quattro pesciolini finirono nel secchio di legno con l'acqua di mare, nessuna parte in ferro, la rete tornò nel doppio fondo della borsa da spiaggia, poi i vestiti sopra. Era rimasto in costume da bagno, unto di crema solare, era tornato al suo solito scoglio, quello più lontano dall'acqua, col muschio sul lato rivolto verso terra. Stendendosi sul fianco aveva appoggiato la guancia su quel muschio, gli rimaneva solo da entrare in uno stato sognante senza veramente dormire. Era il quarto giorno di caccia. Il primo cambiamento rispetto ai giorni ...
    ... prima fu nei profumi, si era aggiunto qualcosa di nuovo, come mughetto. E un soffio d'aria appena più fresco, le cicale che si erano zittite. Sorrise e aprì gli occhi. Lei camminava a piedi nudi tra i sassi e gli aghi di pino come se fossero la sabbia di una spiaggia, aveva un costume intero azzurro e grigio, anche loro col tempo imparano le mode. She moved through the fair Through the fairy mist she came to me I capelli neri, lunghi come nelle fiabe, ondeggiavano di traverso nel soffio della brezza di mare, le sue proporzioni erano così perfette che solo un occhio allenato poteva notare l'abbondanza delle forme, come se l'acqua dentro di lei fosse stata viva e tendesse la pelle minacciando di straripare. Si mise seduto ai piedi dello scoglio, lei si era avvicinata come se lo conoscesse, si era accucciata davanti al secchio dei pesci toccando l'acqua con un dito, l'espressione assorta. " Sono piccoli questi pesci, dopo averli puliti non ti rimarrà nulla. Eppure sono fatti per non avere limiti, credi che non sappiano di essere in una prigione ? " La voce era più ovattata che acuta, gli occhi erano di un colore indefinibile, cambiavano dal blu puro fino al verde a seconda di come cadeva la luce. " Li ho pescati e sono miei, ci farò quel che preferisco ". Senza discutere passò avanti e andò a sedersi sopra lo scoglio muschioso, con i piedi quasi sotto al naso del pescatore. Questo di fronte a quell'invasione del suo spazio si sentì autorizzato a toccare con un dito il piede più ...
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