La donna di casa - parte 1
Data: 18/01/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Inchiostro&Miele
È da tempo ormai che vivo solo; nel mio appartamento, nella mia stanza, le pareti sono tutte bianche, con qualche quadro sparso qua e là, come macchie di colore inerme esposte a mascherare l'assenza, il senso di vuoto, che si respira tra queste pareti. Alcune mattine, appena sveglio penso a qualche tempo fa, a quando aprendo gli occhi lo vedevo dormire, russare, al mio fianco. E mi dava fastidio il suo respiro rumoroso, mi costringeva a circondarmi di cuscini le orecchie: silenzio! Ora invece il silenzio mi uccide, mi si ferma in gola impedendomi di parlare; io non parlo e lui vince. È certo che vince, con chi potrei parlare? Da solo? Talvolta soltanto il rumore delle macchine, dei motorini, dato che abito ai piani bassi, rompe un po' la monotonia della mia vita silenziosa. Ma non sto scrivendo per piangermi addosso, ci mancherebbe. È che voglio raccontare, raccontare com'è che, forse, sono riuscito ad interrompere questo mio isolamento, ed evadere dal mio eremo e ritornare nel mondo. Ho conosciuto un ragazzo una mattina, era in fila come me al bancone dei salumi. Ci eravamo guardati, niente di che, ma poi, alla cassa, nel momento di andar via, lui mi saluta, ed io ricambio, con un sorriso. La cosa finisce lì, ognuno a casa sua, nessun intreccio di corpi o di lingue. Smetto di pensare all'evento - dato che una piccolezza del genere, nella noia della mia vita, può essere definita evento -, anche perché non lo incontro per più giorni, e riprendo la mia routine. Libri, film, ...
... cucina, e di tanto in tanto, quando non se ne può più, un po' di pulizie a casa. Per chi si stesse chiedendo "ma tu non lavori, non fai niente nella vita?", gli risponderò che il periodo nel quale si svolge il racconto, il periodo dell'incontro, è limitato a quelle poche settimane di ferie ad agosto che possiede ognuno di noi impiegati. Durante la stagione lavorativa, almeno, sono tanto stanco da non aver più tempo per nient'altro - amore, hobby, etc... Giorni dopo, sempre al supermercato, questa volta allo scaffale dei biscotti, mentre smanettavo tra le buste cercando un sapore nuovo, mai provato, lui passò alle mie spalle, con un carello ricolmo di roba varia, da bottiglie di birra a confezioni di uova. - Ciao - fu naturale che gli dicessi, dato che c'eravamo già salutati una volta, e questo bastava per non essere più due sconosciuti qualunque. - Hey ciao - mi rispose accorgendosi di me all'improvviso, non mi aveva ancora notato, e mi si fermò di fianco, arrestando il carrello. Lo guardai, essendosi fermato mi aspettavo che volesse dirmi qualcosa, non so, darmi a parlare, ed infatti mi fece: - comunque, io mi chiamo Lorenzo. - io Valerio, piacere - e ci stringemmo la mano, e la sua strinse forte, con le vene gonfie, che quasi mi fece un tantino male. - mi aspettavo di vederti in questi giorni, non sei sceso a fare la spesa? - Si, sono sceso - È strano che non ci siamo incontrati, allora! - Già. Si allungò ad afferrare una scatola di cereali della Kellogg's, poi mi guardò e ...