1. Neve in autostrada


    Data: 19/01/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... idea! Valuto il mio abbigliamento: decisamente poco adatto a quel clima polare, ma in fondo son solo una decina di metri! Indosso già il parka: rialzo il cappuccio bordato di pelliccetta sulla testa e contemplo con autocommiserazione le scarpe con le quali dovrò affrontare dieci metri di neve ghiacciata: le mie decolté con tacco a spillo sono quasi più inadatte di un paio di infradito! Mi metto la borsetta a tracolla e mi incoraggio: tiro la levetta d�apertura e spingo la portiera; si apre di forse trenta centimetri, frusciando col bordo inferiore sulla neve, mentre il gelo si impadronisce del mio ancora tiepido abitacolo! Occazzo! Vorrei rinunciare e richiudere, ma la portiera &egrave bloccata. Mi incoraggio: sprofondo il piede nella neve, mi alzo dal sedile e spingo con la spalla; si apre abbastanza da lasciarmi sgusciare fuori, mentre il vento mi sbatacchia e i fiocchi di neve gelata mi crepitano sul parka come pallini da caccia. Riesco fortunosamente a richiudere la portiera e mi avvio, con le gambe che mi bruciano dal freddo e dalla mitragliata della neve. Incespicando, quasi accecata dalla tormenta che adesso limita la visuale a forse cinque metri, mi avventuro: l�auto dietro la mia &egrave piena, ci sono quattro tizi con l�aria torva e comunque non era quella la mia destinazione. Ormai gelata, arrivo accanto alla cabina del tir e picchio con la mano sulla portiera; intuisco dei movimenti dietro al finestrino gelato e poi la portiera si apre ed una manona pelosa si ...
    ... protende, a cercare la mia. Sarebbe stato impossibile salire fin lì sopra da sola, ma anche con l�aiuto del camionista son stati lunghi, pietosi momenti. Il tepore della cabina &egrave quasi ubriacante; riprendo fiato qualche minuto e poi realizzo che sono, in pratica, a pancia sotto, sulle cosce del camionista, come se dovessi essere sculacciata� Lo guardo: parecchi fili bianchi tra i capelli corti, qualche pelo bianco sulle guance non rasate da giorni, grassoccio ma con un sorriso, appena accennato, benevolo. Lo ringrazio, e lui risponde� in un�altra lingua, sconosciuta. Poi ride e mostra una bella dentatura; indica se stesso e dice solo �Jamal, Turkie� Occavolo: proprio un turco! E va beh, chissenefrega! Con quella cabina calda può venire anche da Marte! Poi indica l�occupante dell�altro sedile (e chi lo aveva visto?) e dice: �Ahmed�, mentre gli da un affettuoso buffetto. Guardo l�altro e noto una vaga rassomiglianza col camionista; dico �tuo figlio?� e sorrido. Lui ride, tutto contento che ho capito. Mi indico: �Mara!� Sorride, prende una fiaschetta e versa in un bicchiere di plastica un liquore trasparente; lo ringrazio con un sorriso e lo bevo: &egrave forte da farmi tossire, ma cazzo se scalda! Adesso sorridiamo tutti, fatte le presentazioni, ma io sono scossa da brividi: mi abbraccio ed esagero i brividi, ma hanno già capito; Jamal ha allungato una mano sulla cuccetta dietro di sé e mi porge un asciugamano, poi mi indica le gambe ed i piedi, appena coperte dai collant e ...
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