1. Le amiche si aiutano


    Data: 06/10/2017, Categorie: Lesbo Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    Elisa aveva un problema. Un problema serio che la tormentava sin da quando ragazzina aveva cominciato a conoscere il proprio corpo.Non inizialmente magari. Solo dopo un po�, confrontandosi con le amiche, subendone raramente le derisioni derivanti dall�ignoranza quando ne aveva timidamente parlato prima di richiudersi totalmente in se stessa, almeno per quel particolare aspetto visto che sotto tutti gli altri punti di vista era una ragazza solare e aperta.Elisa si credeva anormale, diversa, in una parola: brutta.Strano a dirsi in una ragazza alta più di un metro e settanta, una quarta di seno che attirava sguardi e non solo di ogni maschio a portata di vista, un culetto che fasciato dai jeans era invito e tentazione per chiunque salisse in autobus con lei o la incontrasse per strada.Bionda, capelli lunghi e lisci, occhi grigio/verdi, ovale del viso perfettamente simmetrico.Una ragazza che ti giri volentieri a guardare, indipendentemente che tu sia maschio o femmina.Dall�esterno pareva avere tutto per piacere eppure conservava gelosamente dentro di sé questo cruccio.A 22 anni nessuno dei ragazzi con cui era andata a letto, non molti per la verità, aveva mai potuto vederla nuda completamente. Al momento opportuno faceva spegnere la luce, evitava accuratamente di farsi guardare mentre si toglieva le mutande, anche solo per un cambio costume tra amiche. Aveva sempre rifiutato il cunnilingus non perché non le piacesse, aveva voglia e curiosità di provare, specie quando la sua ...
    ... bocca era a tu per tu con l�uccello del suo moroso, ma solo per non farsi vedere da vicino proprio �lì�.Le sue piccole labbra sporgevano rispetto alle grandi.Questo magari può far ridere chi sa che ogni vulva &egrave diversa dall�altra, che non esiste una vulva �standard�, una vulva perfetta che possa fungere da pietra di paragone.Elisa non lo sapeva. Ricordava sempre il momento in cui con due sue amiche si erano per curiosità spogliate per confrontarsi. I seni acerbi erano più o meno uguali, solo laggiù c�era questa differenza con le micine delle altre due invece simili tra loro, e le parole usate da una di loro per rimarcarlo, probabilmente senza intenzione di ferirla, le si erano stampigliate a fuoco nel cervello: �Ma sei strana, sei sicura di essere normale?�.No, non lo era, e più passava il tempo e più si convinceva di essere anormale, uno scherzo della natura, un �mostro�. Aveva passato ore in internet a cercare tra siti porno e non qualcuna che l�avesse come lei, senza esito.Neanche il ginecologo, dal quale su consiglio della madre, ma per tutt�altri motivi, aveva iniziato a recarsi, le aveva detto qualcosa e lei si era vergognata a chiedere, timorosa di sentirsi rispondere di sì. Era solo ragionevolmente sicura che non fosse una patologia, altrimenti l�avrebbe diagnosticata. Così si era convinta di essere �brutta�.Non che questa cosa pregiudicasse la sua normale vita di relazione, però si era auto-condizionata a tanti piccoli accorgimenti automatici per non mostrarsi, al ...
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