Flashback.
Data: 23/01/2019,
Categorie:
interviste,
Autore: Tibet
... vari locali. Dormivo poco, spesso niente, se rientravo a casa era quasi mattina, mi cambiavo e uscivo nuovamente per evitare discussioni e andavo al bar a far colazione, dove spesso trovavo lei, se era di turno. Come iniziò? Dall'apertura verso le cinque e fino alle sei, sei e mezza, c'era un periodo di stasi, pochi clienti o nessuno, spesso solo io e lei, iniziò cosi, beh... che lei mi piacesse, che volessi scoparla lo sapeva, il perché lei si incapricciò di me? Non lo so. Iniziò con qualche carezza rubata, dei baci e finimmo per scopare in uno sgabuzzino dietro il banco del bar, oh... era davvero una donna passionale, no... la parola corretta è... infuocata! Perdeva letteralmente la testa, smaniava tutta, gridava ed emetteva un mugolio continuo come un lamento e quanto godeva! Un godimento il suo quasi continuo, senza fine, un po' mi spiazzava, difficile da spiegare a parole. La prima volta che scopammo mi attirò il suo odore, la tirai a me stringendola e le misi le mani sul sedere, aveva veramente un bel culo, formoso, largo, due natiche piene divise da una valle profonda, lei per tutta risposta mi tirò in questo sgabuzzino. La sua bocca mi fagocitò, mugolava mentre ci mangiavamo la bocca, le sue mani prima sulla mia nuca e un attimo dopo giù a cercarmi, io le alzai la maglietta, le abbassai le coppe del reggiseno e trovai le sue mammelle, in verità non aveva un bellissimo seno, era un... po'... come dire? Svuotato? Leggermente floscio? Insomma non aveva più con quel ...
... bel turgore dei vent'anni, comunque presi a baciarla, a morderle i capezzoli, che erano veramente notevoli, grossi e duri. Quando poi passai la mano fra le sue cosce trovai un lago incandescente, bagnata completamente, le mutandine fradice, poi ricordo come la presi la prima volta, alzandola per le gambe e appoggiandola di schiena al muro, le sue braccia sul collo, io che la penetravo con tutta la mia forza e lei che urlava e io che gemevo, quella volta ne feci due... una dietro l'altra, senza neanche tirarlo fuori, sguazzavo dentro la sua vagina piena, prima del suo umore e poi anche del mio seme, feci una fatica bestia a venire la seconda volta, durò una infinità e quando finalmente la riempii per le seconda volta ero esausto, lei aveva goduto da pazza. Facemmo sesso così, per diverse altre volte, velocemente, sempre durante il suo turno del mattino, forse una ventina di volte? Il fatto di farlo lì e così aumentava il nostro piacere. Aveva le sue fisse, non voleva prenderlo in bocca, nemmeno nel culo, no... voleva essere solo scopata, voleva essere presa forte, così come la prima volta o di schiena appoggiata con le mani alla parete del locale angusto, per due volte dovetti restare chiuso in questo sgabuzzino per parte della mattina, perché erano entrati dei clienti mentre scopavamo. Io arrivavo... la guardavo, non serviva parlare molto, la stuzzicavo con un paio di frasette del cazzo e si scopava lì, non c'era alternativa, non avevo macchina, lei abitava con i suoi. Era ...