1. L'artista esibita (dedicata)


    Data: 24/01/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: single80fe, Fonte: Annunci69

    ... mostra, piccola città, ma in fondo in fondo nessuno dei tre è lì per quello.
    
    - Seguitemi, ora.
    
    L’uomo li porta in un corridoio buio. Sembra una stanza anecoica, una di quello in cui luce e suono del mondo reale scompare. Il corridoio è stretto quanto una porta, i tre corpi vicini, la voglia che crescere. I due ospiti si chiedono cosa accadrà.
    
    - Spogliamola.
    
    E quattro mani lente le sollevano il vestito, lasciandola, splendida, esposta al tatto delle mani, perché il buio li sta accompagnando. Lei si sente allo stesso tempo protetta, eccitata, intimorita. Non sa ancora cosa sta per accadere.
    
    - Metti questa - dice lui infilandole una maschera, pesante, che lascia libera la bocca. - Ora entra in questa porticina - e la apre lasciando entrare un biancore di luce accecante. - Quando sarai dentro, saprai cosa fare, ne sono certo. Altre cose accadranno, ma proseguiamo, un passo per volta.
    
    La paura cresce, la maschera è pesante, il corpo nudo, vestito solo dalle scarpe la fa sentire indifesa: sa, però, di essere splendida e il timore la fa sentire pronta a tutto. E’ un cortocircuito interessante. Sa che l’amico non la metterebbe mai in pericolo, sa che l’uomo sconosciuto è persona dai piaceri intensi, forse quasi pericolosi, ma confida mai in modo realmente dannoso.
    
    Entra.
    
    La stanza è grande, circa 6 metri quadrati. Quasi completamente vuota. Tre pareti e il soffitto di un biancore accecante, uno specchio enorme, grande quanto tutta la quarta parete, le mostra ...
    ... la sua bellezza e la maschera artigianale, dai ricordi picassiani.
    
    Un piccolo pensiero imbarazzato nella sua mente: - Quanto potrò essere narcisa e porca, ad eccitarmi nella mia immagine riflessa? - Ma è realmente splendida, vestita solo della sua pelle.
    
    Al centro della sala, girata di tre quarti rispetto allo specchio, una chaise longue di Le Corbusier e un leggio, posizionato all’altezza della testa, con un libro, aperto ad una pagina precisa, un invito alla lettura.
    
    - Ha costruito un palcoscenico - pensa, sola, nella stanza bianca. - Questo sforzo è da premiare.
    
    Perché lo sa, che quello è uno specchio finto. Dall’altra parte ci saranno sicuramente i due uomini. E poi pensa anche: - E chissà chi - conoscendo i giochi pericolosi e multipli a cui amavano, tutti, giocare. - Chissà chi c’è di là, oltre a loro due. Uomini facoltosi, che magari hanno pure pagato per lo spettacolo, o coppie vertiginose e selezionate, donne bellissime.
    
    Questi pensieri alle persone normali creerebbero paura, in lei generano eccitazione, forte, intensa, calda. Calma, anche, per ora. Ma i desideri sono universali, lei ha solo un poco più di coraggio.
    
    Si siede languida, decisa a non mostrare ancora nulla se non il profilo di quelle gambe e di quel corpo, e inizia a leggere, ad alta voce, dal libro convenientemente aperto.
    
    E’ la traduzione in italiano di qualcosa di giapponese, capisce dopo un po’. Continua a leggere interpretando al meglio una storia che parla di corde, di donne ...
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