1. Il mio sporco mondo


    Data: 06/10/2017, Categorie: Etero Autoerotismo Autore: Mondo Sporco, Fonte: RaccontiMilu

    Qualche giorno fa passo vicino casa di Davide, non so resistere alla nostalgia, e premo il citofono. "Chi è?". Mi risponde la madre al citofono. "Sono un amico di Davide, è in casa?" "E' uscito un minuto, torna subito. Sali." Salgo le scale del condominio due a due. Trovo la porta di casa semiaperta, cosa che considero un po' azzardata, visto che al citofono non mi ha riconosciuto. Mi affaccio timidamente. Ritrovarmi in quelle mura riporta alla mia mente l'odore della cioccolata calda che la madre di Davide ci portava nei pomeriggi invernali mentre studiavamo in cameretta per l'esame di maturità. Io e Davide eravamo sempre insieme in quel periodo, e anche dopo la scuola continuammo a frequentarci, ma non frequentai più questa casa. "Permesso..." La signora fà capolino dalla cucina. "Prego... ma sei tu!" Si pulisce le mani con l'asciugamano e mi viene incontro, abbracciandomi, ed io rispondo imbarazzato all'abbraccio. Non ha profumi addosso, ma odora di pulito. "Quanto tempo, eh? Non sei più venuto a trovarmi." E' felice di rivedermi, sinceramente felice. Noto che si è rifatta. Un semplice ritocco alle rughe, ben fatto, che le toglie molti anni ma purtroppo le dona anche uno sguardo un po' artificiale, lo sguardo di una bella donna che si impegna molto per apparire, rimpiangendo i tempi della freschezza. "Lo so, mi spiace, purtroppo la vita..." non so come finire la frase, ma per fortuna mi interrompe. "Mi ha detto Davide che studi". Intanto andiamo in cucina e lei si mette ...
    ... a preparare il caffè. "Sì, studio." Mi concentro su di lei, la osservo. Ha cambiato pettinatura, ora porta i capelli neri più corti, meno curati. Ma il corpo è invitante come sempre. Mi torna alla mente che quando studiavo con il figlio nella sua cameretta, non perdevo occasione per guardare la madre. Era più giovane allora, ma per un ragazzino era una signora matura, uno visione che alimentava le costanti voglie. "Studio all'università", continuo. Lei ride. "E dove dovevi studiare, alle superiori?" "Scusi, ha ragione". Rispondo al sorriso, impacciato. Lei si gira e mi mostra il sedere che sognai tante volte. E' ancora come dieci anni prima: sodo, alto, carnoso, perfetto. Poco seno, ma un fondoschiena scolpito. E con quel viso rifatto da donna voluttuosa... "Lo sa che anni fa, quando venivo sempre qui, lei mi piaceva molto?" Non rimane sorpresa, ma capisco che la notizia le fà piacere perché, mentre riempie la macchinetta del caffè, vedo dei sorrisi di divertimento. "Davvero? E' normale, appena diciottenni, gli ormoni..." mi risponde. Mi alzo e mi appoggio al lavandino, accanto a lei. "Ogni volta, prima di andare via, chiedevo di andare in bagno. Passavo di corsa per la camera matrimoniale e prendevo il blocco di foto che teneva in un cassetto, dove c'era una foto di lei al mare, in costume. E sa cosa facevo in bagno?". Lei fà finta di nulla e stringe la macchinetta, senza guardarmi. "Un'idea ce l'avrei. Birbante...", mi dice col tono di un rimprovero ad un bimbo. Inizio a ...
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