Schiavizzata
Data: 28/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: FirmaRosa❤
SCHIAVIZZATA Ciao, sono Noemi e ho 23 anni. Vivi a Roma da quando ho iniziato gli studi. La scorsa settimana, mentre tornavo a casa, qualcuno mi afferrò da dietro, mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare e mi trascinò in un furgone nero. Mi scaraventò a terra e mettendosi sopra di me mi iniettò qualcosa nel collo. Non feci nemmeno in tempo a capire cosa fosse che mi addormentai. Quando mi svegliai mi ritrovai a terra, in una stanza chiusa, senza finestre, illuminata solo da una piccola lampadina appesa al soffitto. La stanza era fredda, in pietra. Non so per quanto tempo dormii, non riuscii a capire che ore fossero. Mi resi conto che ero nuda, feci per alzarmi, ma mi accorsi che avevo dei polsini in ferro legati ad una catena. Iniziai ad urlare e a dimenarmi, ma non si sentiva niente in risposta. Dopo alcune ore sentii un lucchetto aprirsi e vidi una porta spalancarsi. Vidi lo stesso uomo che mi mise nel furgone. Era un uomo sulla trentina, molto affascinante devo dire, ma questo non cambiava la situazione. Mi aveva sequestrata, drogata, spogliata, legata e cos'altro? Mi ammutolii, si avvicinò a me e mi tolse la catena senza dire una parola. Iniziai a chiedere chi fosse, dove mi aveva portata e cosa volesse da me. Non rispose. Così iniziai a urlare, ma lui restava impassibile. Mi tirava dai polsini e mi condusse in una stanza. Questa stanza era buia, penetrava solo una luce rossa attraverso le lunghe tende. Ch'era un letto matrimoniale con una trapunta rossa, ma non ...
... era una camera da letto. Il letto era isolato, non c'era niente intorno. L’altra parte della stanza era in penombra, non si distingueva cosa ci fosse, ma si capiva che erano attrezzature. Mi mise al centro della stanza. “Da questo momento sei la mia schiava. Ti rivolgerai a me solo con il titolo di ‘padrone’ e non mi guarderai mai negli occhi. Ti piegherai sempre ai miei desideri e mi obbedirai. Se mi disubbedirai verrai punita. Tutto chiaro?” - Disse. Iniziai a urlare: “Ma chi sei? Cosa vuoi da me? Lasciami andare” e cose del genere. Mi diede uno schiaffo che mi fece cadere a terra. Si avvicinò e mi disse: “Ti avevo avvertita. Se disubbidisci verrai punita. Ma per questa volta farò un'eccezione. Ora, ubbidisci e il tuo soggiorno qui non sarà un inferno”. Si alzò e mi lasciò lì a terra, si diresse verso gli attrezzi e prese un collare in cuoio, me lo legò al collo il più stretto che poté e continuò: Alzati e mettiti a quattro zampe. Ti porto a fare il giro della villa. Hai senito quello che ho detto? Alzati! Ubbidisci o verrai punita. È la prima e l'ultima volta che ti offro di vedere la villa, può esserti utile. Conto fino a tre, poi ti punisco. 1 … 2 ….”. Con tutte le mie forze mi misi a gattoni. Avevo capito che se volevo uscire di lì avrei dovuto obbedire, così misi da parte le lacrime e la paura e cercai di obbedirlo. Mi diede uno schiaffo sul sedere, così forte che tremai tutta, e si sedette sulla mia schiena. “Cammina cagna” - un altro schiaffo - “Sbrigati”. Cercai di ...