1. Il senso del possesso


    Data: 29/01/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... chi ha accettato approvando la sfida convinta d�avercela fatta, così si sedette al mio fianco, mi guardo, mi baciò e mentre lo faceva mi fece scivolare qualcosa dentro la camicia. Io sapevo che cos�era quell�oggetto, era il suo perizoma, finché il piacere di lei mi pervase fin dentro le ossa sconquassandomi nientemeno la mente. Io dovevo mescolarmi a lei, dovevo farlo in quel preciso istante; infilai due dita tra un bottone e l�altro, afferrai le sue mutandine e me le avvicinai alla bocca e al naso, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo inalandone tutto il suo individuale, intimo e irresistibile effluvio di femmina. Non so precisamente esporre né spiegarvi quella fragranza e quel sapore, potrei forse descriverlo delineandolo con centinaia di aggettivi e infiniti versi, tra i più dolci e i più sensuali del mondo, però non renderei l�idea, anzi, insulterei e offenderei quel momento, il momento in cui inspirai dentro me il carattere e lo spirito di quello che era mio. A scuotermi per bene sbatacchiandomi fortemente, invece, fu unicamente il sonoro manrovescio sulla guancia che lei decisa m�assestò:�Che cosa combini? Sei tutto scimunito, non vedi che ci osservano, grullo e minchione che non sei altro�. Io la fissai negli occhi e acutamente in maniera paziente le rivelai:�Non devi avere nessun timore mia cara. Tu sei completamente mia, in quanto &egrave compito mio difenderti, proteggerti e tutelarti�.In realtà, a dire il vero, non me ne fregava categoricamente nulla dei ...
    ... presenti, perché quello là era un posto in cui ogni tanto transitavo con gli amici per bere una birra, tenuto conto che non riconoscevo nessuno di preciso, anche se sapevo che m�avrebbero di certo identificato le volte successive, poiché io di quella sera ricordo soltanto il volto di lei e di nessun altro. Bevemmo quella sera: lei era certo meno abituata di me, io lo sapevo, però non volevo che fosse assente, che perdesse la cognizione dello spazio temporale, quindi la tenni sotto controllo. Bevemmo in fretta, anch�io lo feci d�istinto, in ugual modo lei forse per pura imitazione. Io ero altamente eccitato, eppure mi sentivo nervoso, acceso di voglia, infervorato a dovere, dal momento che era tempo di cambiare rapidamente aria. Noi camminavamo lungo la strada buia, con gli sporadici lampioni a illuminare tutte quelle macchine, da una parte all�altra, fino allo spiazzo del parcheggio. In seguito procedemmo, lei era avvinghiata a me come non mai, la sua testa appoggiata a me sotto la spalla, il suo corpo era quasi contorto, voltato verso di me, il mio braccio era rigido, i muscoli tesi e la mia mano sul fianco premeva con forza. Ero al corrente e sapevo che si stava gustando il momento, che le piacevano i miei muscoli, che le piaceva la mia forza, giacché che le piaceva sfiorare delicatamente le vene delle mie braccia, dopo che si erano gonfiate come di frequente subito dopo l�allenamento. Io le sorrisi e ripensai per un istante a quella domanda che mi aveva già fatto altre volte, ...