1. Cecilia - Un fine settimana - Cap VI


    Data: 07/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: itamobydick

    - Capitolo 6 - Ludovico aveva già servito in tavola, aspettava solo che Cecilia tornasse dal bagno per iniziare a mangiare quegli spaghetti al ragù che sembravano così invitanti. Era scosso: ma cosa stava succedendo quel giorno? Prima i suoi esercizi ginnici, adesso quelle ciliegie; tutte cose che lo eccitavano da morire, situazioni paradossali che non aveva mai sperimentato prima di allora. Quella sensazione assurda, di un'eccitazione pari all'imbarazzo, con lei davanti che lo guardava dritto negli occhi: ma cos'era quel nuovo mondo? Stava sognando? Se era un sogno, aveva tutti i requisiti per essere definito incubo. Ormai era sicuro che lei sapeva cosa provava, lei sicuramente sapeva che lui si eccitava: come poteva essere altrimenti? Ma allora, se era così, perchè non lo diceva? Perchè stava in silenzio, lei, e faceva finta di niente? Se lei faceva finta di niente, avrebbe dovuto lui fare la prima mossa, e dichiararle la sua "situazione". Solo che non ci riusciva. Gli era venuto un groppo in gola in quei momenti, che non sapeva cosa fare, non riusciva a dire niente ma nemmeno a muoversi. In quegli istanti, perdeva completamente il controllo di se: lei, se avesse voluto, avrebbe potuto fare quello che voleva, in quei momenti. Era una sfida forse? Ma una sfida a che cosa allora? Mentre pensava queste cose, Cecilia rientrò in cucina. Si sedette subito a tavola "Oh finalmente, cominciavo ad avere fame. Spero che sia mangiabile..." - "Penso di sì" gli rispose, un pò più ...
    ... sciolto dopo quella battuta. "Oh, aspetta, ho dimenticato i tovaglioli" e si alzò a prenderli, mentre Cecilia, serena, lo guardava. Si risedettero, e si misero a mangiare; lei iniziò a chiedergli di alcuni professori del Liceo, che non vedeva da tempo, e prese il largo un discorso sulle loro stranezze e le varie occasioni memorabili dell'uno e dell'altra durante gli anni di scuola passati. C'era quella volta che, durante una gita, si dimenticarono un professore in un museo, accorgendosene solo dopo mezz'ora di viaggio; quella di quando sempre lo stesso professore riuscì a farsi cadere la lavagna addosso, rischiando pure di farsi male, ma con le risate e gli applausi di tutta la classe. Le battute, sempre le stesse, che una vecchia insegnante ripeteva ai suoi studenti da quando aveva iniziato ad insegnare, ed i battibecchi entrati nella storia tra i bidelli! Quante risate che si facevano in quella cucina, mentre fuori il sole delle ore centrali stava finalmente portando alla città quell'estate che si era fatta tanto attendere: le cicale stridevano rumorosamente in quelle strade deserte, con qualche uccello che svolazzava qua e là. Nè un cane nè un gatto per i campi: troppo caldo, senza nemmeno un filo di vento, senza nemmeno una nuvola in cielo. Iniziò a toccargli le caviglie. Lui ovviamente non capì, e continuando a parlare tirò indietro le gambe, pensando di averle troppo avanti. Lei, dopo un po', allungò di nuovo il piede per accarezzarlo; lui, questa volta con una leggerissima ...
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