1. Roby sottomessa 1


    Data: 02/02/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Aleppe

    Alla fine ce l’avevo fatta. Avevo convinto Roberta ad uscire con me per un pranzo fuori porta, in un rustico locale isolato in mezzo alla campagna, circondato dai vigneti che correvano lungo la collina- Roberta non aveva l’aspetto della fotomodella, anzi era piuttosto bassa ed in carne, tuttavia i suoi lineamenti erano gradevoli e, per dirla tutta, aveva tutte le curve nei posti giusti, un seno ed un sedere più che generosi e, per dirla tutta, la tipica faccia da troia incastonata in una capigliatura bionda che mi aveva sempre arrapato a più non posso. Sapevo che il locale era dotato anche di qualche camera da letto per chi, dopo il pasto, volesse riposarsi. Finito di mangiare ne avevamo approfittato per un’ora d’amore, di vero amore con tutti i crismi del romanticismo per tornare entrambi soddisfatti in ufficio.
    
    Due giorni dopo, squillò il campanello di casa, Roberta venne ad aprirmi e, meravigliata della mia presenza, esclamò: “Ciao, cosa fai qui? E’ meglio che non ti fai vedere troppo in giro da queste parti, mio marito potrebbe sospettare qualcosa” “Non mi fai entrare?”, replicai pronto. “Sì, sì, certo, entra pure” e così mi accomodai al tavolo del soggiorno. Seduti uno di fronte all’altro, “Vedi Roberta”, cominciai estraendo il telefono cellulare e cercando tra le foto, “io ti amo moltissimo, ma non riesco ad esprimere il mio amore per una donna se non in un modo del tutto particolare. Io voglio che tu sia sottomessa, che tu sia la mia schiava d’amore insomma.” Lei mi ...
    ... guardava incredula, come se non avesse capito bene le mie parole, ma io continuai. “Questa è l’unica maniera che conosco per esprimere il mio sentimento verso la donna che amo” ripetei. “Capisco la tua difficoltà e per questo ho scattato queste foto del nostro incontro passionale di lunedì e, se non sarai disposta a sottometterti, mi troverò nella spiacevole situazione di doverle inviare a tuo marito o pubblicarle sul web.” “Tu devi essere completamente pazzo!” gridò lei inorridita, “È possibile. Sapevo che non avresti capito, quindi non mi resta che premerà invio …”. “No, no, aspetta, parliamone … forse esiste qualche altro modo per convincerti a darmi quelle foto.” “Non esiste altro modo, se non quello che tu soddisfi i miei desideri. Ad esempio, ora ho il pene in erezione e tu potresti carezzarmelo con le tue mani …” “No, non voglio!”, “Va bene, non mi lasci altra scelta …” ma appena fatta la finta di premere il tasto “Invio” con il pollice sulla tastiera del cellulare, sentii le sue mani frugare nei miei pantaloni e toccarmi il membro.
    
    Slacciò la cintura, aprì i pantaloni, scostò le mutande e lasciò che il cazzo turgido svettasse fuori per far bella mostra di sé e prese a masturbarmi. “Brava, ecco, così va meglio.” “No, ti prego, non farmi fare questo … anzi, guarda, ti faccio una sega e poi basta, ok?”. “Tu comincia a farmi una sega come si deve, accarezzandomi i coglioni con la sinistra e poi vediamo”. La cosa andò avanti per un po’, quel tanto per darle l’illusione ...
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