1. La mia compagna di classe


    Data: 04/02/2019, Categorie: Etero Autore: Diego Adelchi

    Mi chiamo Manuel e vi voglio raccontare una avventura di qualche anno fa quando andavo in quarta liceo.Nella mia classe c’era Francesca che sembrava una lolita uscita da qualche film. Sembrava una santarellina ma in realtà era una gran porcellina. Frequentavo un liceo privato e quindi eravamo obbligati ad indossare una divisa. Praticamente non lo fa più nessuna scuola al mondo ma al Liceo Parini la divisa è obbligatoria anche oggi. Forse non si rendono conto che le ragazze cosi vestite provocano qualche strana pulsione ai compagni di classe.Noi maschi dovevamo indossare pantaloni grigi, camicia bianca e giacca blu mentre le femmine gonnellina scozzese, camicetta con foulard rosso, calze bianche rigorosamente corte (vietatissimi i collant e figuriamoci le autoreggenti) scarpe nere di vernice e nei mesi invernali giacca rossa. Vedere certe ragazze cosi vestite era davvero ridicolo (come d’altronde con certi maschi) ma per Francesca la cosa era diversa.Lei sembrava nata per indossare quella divisa. Devo dire che la sua terza di seno riempiva bene la camicetta ed il foulard che si insinuava in mezzo al taglio delle sue tette era davvero carino. La sua gonna era sempre un po’ più corta delle altre (giusto quel tanto per far intravedere il sedere ed arrapare tutti noi maschietti) ed il suo modo di camminare talmente sinuoso ed elegante da risvegliare il mio cazzo (e non solo il mio) ogni volta che si muoveva. La troietta si pettinava sempre con due treccine, si truccava in modo ...
    ... molto leggero ma quel tanto che basta per far risaltare la sua bocca da pompinara ed i suoi grandi occhioni da cerbiatta. Non c’è bisogno di dire che sapeva il fatto suo: infatti al bar della scuola quando era ricreazione acquistava sempre un bel lecca-lecca. Non vi dico cosa passava nei miei pantaloni quando girava per i corridoi succhiando avidamente quel dolcetto.Io ovviamente avrei fatto carte false per farmela e per godermi qualche suo spettacolo e chiaramente non ero il solo. Inventavamo gli stratagemmi più assurdi per spiarla nei bagni o negli spogliatoi. Ma ogni nostra idea era sempre destinata a fallire. Devo anche dire che nonostante facesse di tutto per provocarci nessuno si permetteva di molestarla od insultarla e lei, ben consapevole di questo, sfruttava al massimo le sue innate doti erotiche sena mai essere volgare o provocante oltre il limite.Un giorno il professore di Italiano decise di rivoluzionare i posti che ci eravamo scelti e mise Francesca da sola proprio all’ultimo banco in fondo alla classe."Cosi i tuoi compagni non saranno distratti", disse.A me toccò un banco proprio davanti al suo. Il fatto di averla dietro da un lato mi eccitava, ma dall’altro mi faceva penare. Innanzi tutto non potevo ammirarla e poi non potevo sapere cosa lei faceva alle me spalle. Non avevo ancora capito se le ero simpatico o meno ed in fondo avendo partecipato anche io a tante missioni di spionaggio lei avrebbe anche potuto vendicarsi. D’altronde il fatto di averla dietro di me ...
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