Il regno del sesso - cap. 02
Data: 07/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: darkhood2, Fonte: Annunci69
... in macchina. Tutti l’abbiamo fatto, certo, a volte serve per ridare fuoco alla passione in una coppia collaudata, a volte è l’impazienza delle prime volte, a volte è romantico, a volte è passione, solo per svuotarsi. Ma quello che facemmo Shervin e io fu strano e particolarmente scomodo. Eppure, dovevamo farlo. Non potevamo aspettare.
Non potevo aspettare oltre: dovevo leccargli i piedi. Dovevo annusarli. Il loro odore era molto più forte del giorno prima, è vero, aveva camminato e le scarpe da ginnastica avevano cospirato a trattenere quel particolare aroma, forse un po’ sgradevole, ma che in quel momento per me era meraviglioso come nettare e ambrosia. Cominciai a leccare.
“Oh sì…”, lo sentii sospirare. Godeva. Godevo anch’io nel vederlo così prono ad accettare le mie carezze. Gli massaggiavo la pianta, gliela leccavo. Succhiavo le dita dei piedi. Annusavo. L’odore mi aveva fatto andare in una sorta di trance. Non me ne fregava più che ci potessero vedere o meno. Stavo facendo una cosa che mi faceva godere come raramente avevo goduto in vita mia.
Shervin tirò fuori il suo sesso. Non potei fare a meno di valutarlo. Era lungo quanto il mio, forse un po’ più spesso. Molto bello, perfettamente dritto, con la fragola rossiccia a sovrastare una piccola torre di carne. Anch’io feci lo stesso, sperando, non so perché, che non gli dispiacesse.
L’abitacolo era saturo dei nostri odori sessuali.
Mi chiese di aiutarlo a sfilarsi del tutto i pantaloni. Ora lo vedevo, con ...
... le gambe alzate, la peluria che dall’ombelico scendeva giù ad allargarsi sul pube, i peli creavano una criniera maestosa attorno al suo sesso e alla borsa che ospitava i testicoli, aveva qualcosa di regale e di selvaggio insieme. Anche le gambe erano pelose, le cosce massicce, muscoli e ciccia.
Shervin si masturbava vigorosamente mentre gli leccavo i piedi, e anch’io mi toccavo, ma meno vigorosamente per evitare di venire troppo presto e rovinare il momento. Si vedeva che aveva bisogno di concludere, che non poteva sopportare oltre l’eccitazione. Si sputò sulla mano, per poi lasciarsi andare, chiudendo gli occhi, abbandonandosi alla carezza della sua stessa mano e alla mia lingua che continuava a vellicargli e coccolargli i piedi.
Il suo orgasmo arrivò, lo vidi contrarsi, vidi – poiché aveva le gambe alzate – contrarsi anche il suo buco, che occhieggiava insolente, e in maniera altrettanto insolente quel buchetto birbante vibrò, lasciando andare un po’ d’aria. Gli schizzi di sperma gli arrivarono sulla maglietta, ma non se ne accorse subito, impegnato com’era a godere della doppia liberazione. Osservavo divertito, il suo alluce destro ancora nella mia bocca, il mio sesso dolorosamente gonfio che reclamava anche lui la liberazione, il mio naso e la bocca aperti ad accogliere tutti gli odori di Shervin.
Aprì gli occhi, come se si rendesse conto soltanto ora di tutto. Quello sguardo tenero, dolce, indifeso, colpevole, e tuttavia ancora bruciante. “Scusami”, disse.
A ...