1. Un cattivo compleanno (Completa)


    Data: 06/02/2019, Categorie: Masturbazione Prime Esperienze Tabù Autore: revius

    ... voluto fare una battuta cattiva. Proprio un coglione tipico di questa cittadina di merda!". Lui replicò: "Ho cancellato subito, comunque...". Bene",dissi, "Se mi garantisci che la scritta non ha connessione con quello che sai, allora è solo una cattiveria gratuita di qualche idiota e senza scandali.". La mia spiegazione era la più logica e probable. Era impossibile che Marco avesse raccontato la nostra avventura galante a qualcuno e io pure, ero una tomba, a proposito.Nonostante tutto, quell'episodio mi fece soffrire. Probabilmente anche io, se avessi visto due sempre insieme,avrei pensato, dopo un po', che ci fosse altro, oltre l'amicizia. La stessa cosa, si badi bene, non accade tra ledonne, che seppur fanno culo e camicia a scuola, raramente vengono accusate di essere lesbiche. Per i maschic'è una soglia di tolleranza più ristretta e probabilmente Marco e io la avevamo superata.Decisi di agire.Per prima cosa feci il bilancio della mia amicizia. Il nostro rapporto non era di parità, ma veramente sbilanciato. Lamaggior parte delle volte ero io a sacrificare le mie scelte per accontentare le decisioni di Marco. Per di più lui eraun egoista che faceva il bello e cattivo tempo e questo comportamento trovava im me un quieto amico che noncercava litigi. Infine, la scuola superiore stava per terminare e non volevo inquinare l'università continuando afrequentarlo con quel ritmo assurdo.Il mio primo giro di vite fu a scuola. Non scesi più per la ricreazione e se lo facevo, andavo ...
    ... in compagnia di altrepersone, come dentro a una scorta. All'uscita da scuola me la svignavo a razzo, essendo al piano terra, evitandocosì di aspettarlo. Poi ridussi le telefonate di rito che ci facevamo alle 15.00 per organizzare la passeggiata serale.Se telefonava lui o se passava a casa per cercarmi, avevo dato ai miei genitori istruzioni di dire che ero fuori peruna ricerca con altri compagni di classe. Anche la mattina, uscivo presto di casa per andare al bar a fare colazionein santa pace, leggere il giornale e poi recarmi a scuola cinque minuti prima della campanella. Adoravo quellarisposta così netta alla sua possessività. Immaginavo, gongolante, quanto si potesse sentire solo senza il gonzo daportare a spasso col gunizaglio.Un pomeriggio, che realmente stavo tornando dal fare una ricerca, lo vidi in lontananza: rotta verso casa mia. Lo pedinai a distanza e per anticiparlo al mio portone, corsi per una scorciatoia tra cortili e muretti di palazzi, riuscendo a nascondermi con un buon anticipo dietro il muro che costeggia il mio portone. Come avevo previsto, Marco arrivò e suonò il campanello. Rispose mia madre, riferendogli che ero fuori per una ricerca, che sarei tornato di lì a poco e bla, bla, bla. Lui girò sui tacchi e si incamminò verso casa sua. Avevo corso un bel rischio a stare nascosto nei paraggi, ma la cosa mi mise davvero di buon umore!Ben presto Marco non telefonò più, ma un giorno riuscì a beccarmi e, come ai vecchi tempi, decidemmo di andare a bere una ...