La mia sottomissione
Data: 08/02/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: menodizero
Entrai in casa di Cristiana con il cuore in gola. Lei mi attendeva indossando un vestitino nero, lucido, in latex, che arrivava fino a metà coscia; qualche centimetro più in basso le gambe erano coperte da un paio di stivali con tacco, anch’essi neri e lucidi; i capelli neri a coda di cavallo, lo sguardo severo, impassibile, gli occhi chiari che mi squadrarono da cima a fondo. Mi ero ritrovato in quella casa perché, qualche sera prima, ci eravamo conosciuti in un pub dove lei mi aveva detto che la sua passione più grande era quella di dominare ed umiliare gli uomini. Io non le avevo creduto e l’avevo sfidata. Ecco perché ero lì, ecco perché appena la vidi capii che forse non avevo fatto bene a sfidarla. Mi porse la sua mano affinchè la potessi baciare, rimasi stupito da quel gesto, ma non potei che prendere la sua mano con la mia e baciarla. “Vai in bagno, spogliati e raggiungimi in salotto” Senza batter ciglio andai in bagno, tra me mi dissi “come pensavo questa vuole solo trombare” ; mi spogliai in fretta, il cazzo era in tiro, l’orgoglio a mille, uscii dalla stanza ed andai da lei con un sorriso sfacciato stampato sul volto. Lei, quando mi vide, si alzò dalla poltrone su cui sedeva, lo sguardo era come quello di quando ero entrato: impassibile. Si avvicinò a me, accarezzò il mio cazzo in maniera molto dolce, si avvicinò al mio orecchio e mi sussurò: “gran bel cazzo, ci divertiremo un sacco” sul suo volto comparve una sorta di sorriso, la mano passò dal cazzo alle palle. ...
... Le strinse piantandomi le unghie, mi mancò il fiato, mi piegai in avanti, ed ancora avvicinandosi al mio orecchio mi disse “ma tu non sei qua per scopare, qua comando io e tu non starai mai in piedi in mia presenza a meno che non te lo ordini io, hai capito sfigato che non sei altro? Ora mettiti a quattro zampre”. Obbedii e mi misi a quattro zampe, non mi rendevo bene conto di quello che succedeva, ma soprattutto non ero in grado di reagire e questo mi frustrò non poco. Fissavo il pavimento, potevo vedere solo i suoi piedi avvolti da quegli stivai che se prima mi sembravano tremendamente sexy, ora mi incutevano un certo timore. Si sedette sulla poltrona e mi mise davanti alla faccia un piede; non sapevo che fare, rimasi a fissarlo, non avevo il coraggio di alzare lo sguardo, non avrei mai potuto reggere il suo. “Forza, lecca! – mi disse dopo avermi dato un calcetto in faccia per svegliarmi – e vedi di lucidare per bene” Con una certa titubanza iniziai a leccare gli stivali, ma mano a mano che leccavo ed assaporavo gli odori di quegli stivali iniziai a farlo con più passione e cura. Lo leccai tutto, dalla suola alla cima passando per il tacco a spillo. Il cazzo era sempre in tiro, sempre più in tiro. Quella situazione, quella posizione cominciava a piacermi. Leccai anche l’altro stivale, cercai di metterci ancora più cura e passione. Una volta finita la pulizia degli stivali, Cristiana mi buttò a terra dei polsini e delle cavigliere con moschettone attaccato e mi ordinò di ...