1. Una scuola strana -parte 1-


    Data: 09/02/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: RaccontiStrani

    ... fuoco , tanto che i capezzoli si notavano dalla camicia bianca. Le dita di Elisabetta entravano ed uscivano velocemente, ma volevo di più… avevo bisogno di più. Così le presi la testa e la portai dove doveva stare: in mezzo alle mie gambe. Lei si lasciò guidare senza dire nulla e iniziò di buon grado il suo compito. Mi leccò le cosce bagnate dai miei stessi umori, risalendo fino alle labbra carnose della mia intimità. Quando sentì la sua bocca un forte gemito mi sfuggì dalle labbra, facendomi vergognare di quanto stessi godendo dinnanzi alla classe che continuava a guardarci con occhi curiosi e vogliosi di unirsi a noi. Notai, ben nascosti dai banchi, movimenti lievi di alcune braccia: probabilmente qualche compagno e compagna non ha saputo resistere a tutta quella visione e voleva dare sfogo. La cosa mi piaceva e io iniziai a fissarli negli occhi e a gemere più forte per dimostrare a tutti che stavo godendo nel farmi vedere in quel modo. Solo il suono grave della voce del prof mi fece trasalire per un attimo Quelle parole mi fecero paura, ma stranamente non mi fecero perdere l’eccitazione: forse merito della mia compagna che continuava indisturbata a leccarmi il clitoride e a masturbarmi contemporaneamente. Cercai, a fatica, di girarmi per fare l’esercizio e quando finalmente ci riuscì la mia amichetta, che nel frattempo si era spostata con me, ha avuto la splendida idea di alzarmi la gonna per mostrare a tutti come stesse lavorando e, con un dito, iniziò a penetrarmi il ...
    ... culetto. Ciò mi destabilizzò completamente e mi fece tramare tutto: stavo per venire. Cercai comunque di completare il compito per non farmi punire, ma l’unica cosa che feci fu uno scarabocchio e null’altro. Poi Urlai dal piacere e riempì la bocca della mia partner con i miei umori, che lei avidamente stava bevendo. A quel punto sentì il professore alzarsi, ma non avevo il coraggio o le forze di osservarlo. Poi sparì anche dalla mia visuale periferica e compresi che si era messo dietro di me. Non capivo cosa mi volesse fare, ma ben presto mi fu chiaro. Era lievemente piegata in avanti, con Elisabetta tra le gambe che continuava a baciarmi e leccarmi la fighetta e mi penetrava con un dito il culetto. Ero stimolata in ogni buco, quindi non mi aspettavo che un professore serio e stimato agisse in quel modo. Eppure dovevo capirlo quando la mia compagna tolse in modo brusco il dito. Sentì immediatamente qualcosa di più grosso appoggiarsi, ma ero ancora con il fiatone contro la lavagna e non feci in tempo a proferire parole che l’enorme cazzo del mio professore mi aprì totalmente il culetto facendomi urlare dal dolore. Non lo avevo mai preso dietro e il palo che si ritrovava quell’omone era troppo grosso per me. Mi aggrappai alla lavagna, sporcandomi di gesso il viso e le mani, mentre attendevo che quella abnormità uscisse da me e per un attimo, quando il professore si ritrasse, ci ho pure sperato… che sciocca. Sentì il professore spingere con violenza la sua verga dentro il mio ...