1. Le mie bambine ed io, rapite, addestrate per essere schiave e puttane...


    Data: 11/02/2019, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: chiodino

    ... paura nonostante abbia cercato di tranquillizzarle. Neppure io riesco ad essere tranquilla nonostante quello che ho detto loro. Perché mai si maschererebbero se dopo volessero ammazzarci o tenerci per sempre? Sanno benissimo cosa verrà loro fatto, giovani si, ma donnine ormai, e molto belle. Questa è stata la mia maledizione, questa è anche la loro. Alte per la loro età, hanno tutto per piacere agli uomini, tutto e di più, compresa educazione e cultura come ha detto il vecchio. Devo imparare i loro nomi. Sussulto. Lucia, no, dio mio no! Uno dei commensali ha allungato le mani e lei, colta di sorpresa o non sapendo contenersi ha fatto un balzo in avanti per sottrarsi anziché fermarsi. Il gelo cala sulla sala, improvviso, terrorizzante. Per noi almeno. Devo salvarla. Sono vicina, due passi soli e la raggiungo. In ginocchio imploro pietà per lei, mi offro in sua vece. Senza successo sembra. I volti mascherati non posso leggerli ma i pensieri si. Questo cercavano ed lo hanno ottenuto, piegarci ancora di più. Su questa sera poi, pesa una minaccia particolare. La prima che commetterà un errore sarà immediatamente oggetto delle loro attenzioni anziché...non hanno specificato cosa significhi quell'ultima parola. Seduto al tavolo c'è ormai solo l'anziano, Giulio credo si chiami ed io che ancora lo supplico in lacrime, in ginocchio ai suoi piedi. Poi taccio senza più lacrime, senza più illusioni.Un attimo di silenzio. Mi palpeggia i seni. Lo uccidei volentieri ma resisto, immobile. ...
    ... Sul serio faresti qualsiasi cosa per lei, per loro anzi? Fremo, mi eccito a questa nuova speranza. Certamente, signore. Padrone, devi dire Padrone. Si Padrone, perdonatemi. Comincia a parlare, a fare domande, ma io fremo, sento le risate provenienti dalla sala adiacente. Calma, fin quando non arrivo io non faranno loro niente od almeno niente di quello che avevamo minacciato e che temi. Chiama, avverte che tarderà un poco. Io palpito ai suoi piedi. Sei molto bella. Certamente mi darai molto piacere per tutta l' estate. Anche loro ovviamente. Di nuovo mi carezza il capo, con il dorso della mano mi fa sollevare il viso, mi fissa negli occhi anche quando la carezza si fa di nuovo lasciva. Prova almeno a sorridere, dice, ma lui non sorride per niente. Mi sento, sono anzi una bambola di pezza nelle sue mani esigenti ed onnipotenti. Sorrido un poco. Sorride ora anche lui, mi attira a sé, sollevandomi da terra fino a potermi baciare. Non sono mai stata baciata da allora e certo non è il tipo di bacio che si aspetta, che vuole. Non sono legata, imbavagliata, istupidita dalle botte. Non di meno fatico a schiudere le labbra, ad accettare il bacio ed a rispondergli non come vorrebbe ma solo come so fare. Mi tiene sulle ginocchia, mi ordina di allacciargli le braccia dietro il collo e nel farlo premo il petto contro di lui, una sensazione, un odore, erano sufficienti allora, anni fa a riportarmi indietro, come adesso, di nuovo nel buio di quella notte, ma resisto, non mi dibatto, non cerco ...
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