1. In Romania


    Data: 12/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: TATO

    Eccomi in Romania, lontana kilometri da casa, sola, accompagnata solo da quello, che per un mese, sarà il mio pappa, si avete capito bene, il mio pappone, è una lunga storia, ma ve la condenserò in poche righe. Io sono Paola, travestito in privato, gay dalla nascita, sposata per convenienza, nella mia vita, ho avuto moltissimi uomini, e chiaramente rapporti più o meno lunghi, e poiché, ero molto puttana, non rimanevo molto con il mio parter, anzi, ma poi col passare degli anni, un giorno ho incontrato lui, il mio uomo, Antonio, un bel meridionale, ben piazzato, molto deciso, e con un cazzo da favola, e sin dai primi giorni, me ne sono innamorata. Poi col passare dei mesi, frequentandolo più assiduamente, mi ha chiesto, di andare a vivere da lui, e così, ho lasciato mia moglie, e mi sono trasferita da lui, cambiando città e regione, e così, un bel giorno, mi sono ritrovata donna di casa, e moglie a tutti gli effetti. Sin da subito, mi sono stati tolti e segregati tutti gli abiti maschili, e sin da subito, solo abiti e intimo femminile, in casa molto provocante, reggicalze calze slip e reggiseno, e in presenza di ospiti, tacchi da 10 o 12, in pubblico, ben vestita e truccata, anche se si capiva benissimo che ero un maschio, ma ad Antonio non interessava, e quindi, sin da subito, scii a fare spesa en femme, sola, andavo per negozi a fare acquisti sia per mè, che per lui en femme, e spesso, col passare del tempo, le commesse mi chiedevano come mai della mia scelta, e io ...
    ... spiegavo loro, che ero la donna innamorata di un vero stallone. Col passare dei mesi, tutto si regolarizzò, io ero la donna di Antonio, e per tutti andava bene così, anche se spesso i maschietti cercavano di portarmi a letto, e io scerzando lo dicevo a lui, che ridendo mi diceva, chiassà che un giorno non te lo faccia fare di mestiere, e poi rideva. Poi un anno fa, circa, iniziò a portare a casa suoi amici, e in loro presenza, dovevo rimanere, come da lui deciso solo in intimo, e vedevo gli sguardi interessati di loro, poi, piano piano, mi costrinse a rimanere nuda, in reggicalze calze e tacchi, e spesso, i suoi ospiti, allungavano la mano per toccarmi il pene, o il culetto, e poi una sera uno di loro disse, pagheri bene per provare una così, e Antonio ribattè, dammi 100 euro e te la porti di là. Rimasi di stucco, ma scherzava, il mio uomo mi cedeva? per soldi, ma che cosa stava succedendo, e poi tutto finì nel ridere, e verso mezzanotte tutti usciro, e una volta sola, chiesi spiegazione, lui ad un tratto, mi mollò uno schiaffo, e mi gettò a terra, ascolta troia, io sono tuo marito, e tu farai quello che io vorrò, e cosa credi che ti mantenga per sempre? ero costernata, mi alzai e in lacrime dissi che me ne andavo, mi riafferrò, e mi diede una scarica di sberle, poi mi girò, e mi innfilò il suo cazzo di prepotenza nel culetto, urlai dal dolore, e lui senza nemmeno fermarsi continuò a violentarmi, e mentre mi scopava continuò, ma che cazzo credi di fare troia, e dove vuoi andare, ho ...
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