Pagine di vita. Don Celestino.
Data: 13/02/2019,
Categorie:
interviste,
Autore: Tibet
"Cio' che conta nella vita non e' quello che ti succede ma cio' che ricordi. E come lo ricordi per raccontarlo. (Gabriel Garcia Màrquez.)" Colombia-gennaio 2010, (sempre anno della tigre di metallo) -Le donne sono tutte puttane...-. Lo dice con l'aria d’essere dio e di star dettando a Mosè le tavole della legge, mentre accarezza la ragazza come fosse un gatto. Io cerco di interromperlo. -Non solo loro, la verità e' che puttane lo siamo tutti...-. Ora che lo conosco mi chiedo che ci faccio qui. Sto cercando di vendere l'anima? A lui? Venderla non per qualcosa di davvero importante ma per denaro? Non mi si addice sacrificarmi idealmente come Giuda, ma sarei qui se non fossi una puttana anch'io? E una puttana senza scusanti, dato non ho la fame atavica di questa ragazza. Lui non mi ascolta, è perso in se stesso e ora mi sta spiegando come si devono trattare le putas. Naturalmente il suo credo è il bastone, senza la carota. Mai portarle in Europa queste puttanelle mi dice, alzano le pretese. Sono belle, sono ammirate, sono desiderate e credono d’essere importanti, uomini affamati di fica stanno loro addosso come cani litigiosi attorno ad un osso e te le portano via, qui invece sono merce inflazionata, c'è tanta di quella fica in giro che non vale nulla. Lui è Don Celestino. Non è un prete, il Don è un appellativo di rispetto. E' un uomo di potere in questo paese graziato dalla natura e dimenticato da dio. Abita in una villa in riva al Mar Caraibico nel tratto fra Barravieja e ...
... Tesajeras, appena fuori dalla statale 90. Una villa enorme, 25 stanze, il parco e la spiaggia privata. E' protetto da un piccolo esercito di miliziani. E' sfuggito per miracolo a due attentati delle FARC, i guerriglieri di sinistra che combattono il potere con i sequestri di persona e gli omicidi. E' un vecchio Don Celestino, per quello che ne so supera gli 80 e la ragazza che ha sulle ginocchia è giovanissima. Poco più di una bambina. Lui le cambia in continuazione, le compra dai genitori come del pollame. E ogni volta più giovani. La sua mano scosta i lembi della leggera lunga camicia maschile e le scopre il seno, un seno perfetto, due piccole e tonde cupole di carne soda, strizza con forza un capezzolo, grosso e inturgidito causandole un gemito. La mano passa ripetutamente da una cupola all'altra in lunghe carezze violente. Poi scende lungo l'addome, lungo il ventre leggermente arrotondato e arriva fra le cosce, la costringe ad allargarle mettendo in mostra una meraviglia di vagina. Un grosso monte di Venere nudo da pelo e uno spacco deciso. Ora le dita passano lungo le labbra esterne, gonfie, in lunghi passaggi ripetuti, forzando, facendo intravedere l'interno di un color corallo carico. Ora è aperta, mostra le piccole labbra a forma di ali di farfalla, così come un clitoride consistente, una canocchia di carne rosata. -Te gusta...?- Mi chiede mentre la mano la masturba e stringe il clito con le dita crudeli. Gli occhi sono alterati, lucidi e capisco che è fatto. Il vecchio ...