1. Valenti pratiche


    Data: 15/02/2019, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... potrà condurci chissà dove, in altre parole nonostante il batticuore aumenti, il trastullo che vivo non mi dispiace per niente. Con la mano sinistra Sabina inizia a stuzzicarmi un capezzolo, con la mano destra riacchiappa le esplorazioni di sotto interrotte, anche se io cerco infruttuosamente di tenere le cosce più serrate che posso: “Il cazzo di Luca è molto più sporgente, ma anche così la perlustrazione non è male” - ribatte lei concitata e visibilmente infoiata. Quest’originale osservazione mi fa ridere, frattanto distendo i muscoli e lei ne approfitta per introdurmi meglio la mano tra le cosce. Io sono sovente più tentata di lasciarla fare e d’aprirmi, eppure Sabina sgarbatamente si blocca, si stacca dall’abbraccio, mi scende di dosso e si riversa di fianco a pancia in su con le lenzuola che le sono scese in basso annunciandomi: “Tocca qua, senti come sono accalorata” - mi enuncia impugnandomi la mano e posizionandosela sul capezzolo. Sabina è concretamente aizzata, sì, direi infoiata al massimo, ha un capezzolo che è duro da scoppiare, eccezionale e incredibile è avvertire la sensazione di quel bottoncino di carne tra i miei polpastrelli, perché pare essere dotato di vita sua, esige e recrimina d’esistere, di gonfiarsi ancora di più, di godere. Irrealizzabile e improbabile è a questo punto spostare la mano e smettere di toccarla, perché il contatto con il suo seno m’incanta e mi seduce, in quanto non posso far altro che riprendere a solleticarle quel capezzolo ...
    ... ammiccante e vispo, che se ne sbatacchia se sono io a stuzzicarlo, e non Luca, che se ne infischia che la mia sia la mano d’una donna, non quella d’un uomo. Io mi sollevo su d’un gomito per stare più confortevole e vedere più da vicino quel piccolo prodigio, ma è buio, non si vede nulla e finisco nell’avvicinare il viso che mi ritrovo il seno di Sabina a pochi centimetri dal mio naso. A questo punto non so che cosa mi prenda, l’eccitazione accumulata ha la preminenza e mi ritrovo con il capezzolo di Sabina fra le labbra. Lo bacio, lo succhio, lo mordicchio, dopo un tempo interminabile di baci, di piccoli morsi e di linguate smetto soltanto per spostare la bocca più su, in direzione della bocca di Sabina, che m’accoglie al buio come se fosse avvezza ed educata da sempre a baciarmi. In seguito il resto globalmente viene da sé, perché dispiegate e sguarnite le regole del gioco e acciuffate le adeguate e oggettive misure, non la smettiamo se non a notte fonda, dopo che ci siamo analizzate, esaminate e stacciate al buio centimetro per centimetro, con le mani e con la bocca, tenuto conto che abbiamo riccamente goduto e ce la siamo spassata al massimo, come non ci era giammai capitato con i nostri rispettivi maschi. Il mattino seguente dentro l’ateneo ci andiamo con le nostre solite facce da ragazze assennate, morigerate e giudiziose: “Sapete, siamo veramente desolati per ieri sera” - ribattono Danilo e Luca, quando finalmente compaiono mentre c’illustrano i retroscena spiegandoci del loro ...