1. Aprendo


    Data: 21/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: primaesperienza11

    ... toccassero e sfregassero a lungo, mentre il ginocchio destro sfregava sulla sua coscia sinistra e quegli occhi verdi non abbandonavano i suoi.
    
    “Se è questo che davvero vuoi…” si scoprì a pensare Angela, mentre il marito, dopo averla fatta girare e mettere alla pecorina, si preparava a infilarle in cazzo tra le gambe.
    
    “Sei bagnata fradicia, il mio trattamento non deve essere spiaciuto neppure a te” ghignò Piero, mentre con un colpo secco entrava nella sua fica. Il rumore delle palle che sbattevano sul clitoride si confuse con quello di acqua, ogni volta che il cazzo si infilava in profondità. L’aver goduto poco prima salvò Piero, che per una decina di minuti continuò a martellare incessantemente la fica di Angela, allungandole di tanto in tanto qualche sonoro schiaffo sui glutei e divertendole a martoriare i capezzoli durissimi. La testa nascosta dentro il cuscino, di Angela si sentivano soltanto i mugolii e le grida soffocate dei continui orgasmi che la squassavano. Quando alla fine Piero si scaricò dentro di lei, si abbatté con tutto il peso sulla sua schiena sudata. Pochi minuti dopo entrambi dormivano pacifici.
    
    8. La telefonata
    
    Stavo cazzeggiando al computer dopo avere chiuso una telefonata noiosa con un commercialista (non poteva avere studiato nient’altro nella sua vita, ero pronto a scommetterci un mese di stipendio!) che mi aveva spiegato e rispiegato reiteratamente e pedantemente la procedura da seguire per ottenere un rimborso fiscale. Tra i suoi ...
    ... noiosi “bla bla bla” e i miei “si, va bene, grazie...” con i quali speravo di chiudere il più velocemente la telefonata, era trascorso un quarto d’ora che mi aveva lasciato stremato. Così, quando passata una manciata di minuti il cellulare tornò a squillare, ebbi un profondo moto di fastidio. Il numero che appariva sul visore mi era del tutto sconosciuto, stavo quasi per lasciar perdere, quando più per educazione e un pizzico di curiosità che altro schiacciai il tasto verde.
    
    “Pronto?”
    
    … silenzio
    
    “Pronto?”
    
    “Sì, sì, ci sono, scusi…” rispose una voce femminile piuttosto imbarazzata.
    
    Un altro attimo di silenzio poi…”Io… sono pronta”.
    
    “Scusi??” risposi, non capendo lì per lì a cosa si stesse riferendo.
    
    “Io sono pronta” ripeté questa volta con la voce un pò più sicura. “L’altra sera nella metro lei ha scritto il suo numero sul mio telefonino e mi ha detto di chiamare quando sarei stata pronta. Ecco, io, io credo di esserlo” chiuse con la voce che si era nuovamente incrinata nella sua sicurezza.
    
    In un microsecondo la sua immagine tornò ad accendersi nella mia mente. Quelle gambe arrampicate sui tacchi, il suo piede che giocava sulla mia gamba, la mia mano che la accarezzava mentre lei parlava al telefono, le mie parole. E poi l’offerta in metropolitana. In quel momento sarei stato sicuro che avrebbe accettato, ma visto che dopo qualche giorno non avevo ricevuto nessuna telefonata mi ero detto che la mia sarebbe rimasta solo una bella, e indecente fantasia. ...
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