1. Aprendo


    Data: 21/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: primaesperienza11

    ... Signore”.
    
    Estrassi le dita e andai alla ricerca del clitoride. Lo trovai subito. Gonfio, grosso. Sensibile. Quando lo schiacciai tra le dita, Angela sembrò sul punto di perdere l’equilibrio, mentre un mugolo le usciva dalle labbra.
    
    “Guai a te se ti muovi”.
    
    Estrassi le dita, il suo piacere le aveva ricoperte di una sorta di bava bianca. Le portai alla bocca, le assaggiai. Aveva un buon sapore.
    
    “Regola numero 4 – ripresi mentre mi riportavo davanti a lei -: in posizione di riposo devi accucciarti ai miei piedi, le piante dei piedi rivolte verso l’alto, le mani dietro la schiena, la schiena dritta. E guai a te se guardi negli occhi senza permesso”.
    
    Ubbidiente, osservai Angela assumere la posizione. Non resistetti, mi avvicinai e le infilai in bocca le dita pregne del suo sapore. “Pulisci bene, cagnolina”. La sua bocca si aprì, la sua lingua morbida avviluppò le dita e con movimenti lenti e sensuali cominciò a leccare.
    
    Poi, presi le mutandine, le appallottolai e gliele infilai in bocca. Quindi mi inchinai e presi entrambi i capezzoli tra le dita. “Non voglio sentire un suono” intimai. Durissimi, mi divertii a strizzarli, tirandoli verso di me, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime. “Non avrei mai pensato che avrei avuto questa bella sorpresa. Guarda come sono duri. Sono sensibili?”
    
    La testa di Angela andò su e giù.
    
    “E ti piace quello che ti sto facendo?” chiesi mentre davo una nuova torsione a entrambi.
    
    “Mhhhmm….” le scappò, mentre la testa ...
    ... mandava un segnale di diniego.
    
    “Ah no? Che peccato. Perché a me piace molto invece. Ma tu però sei contenta se a me piace, vero?”. Una lacrima scese lungo lo zigomo, mentre la testa tornava a fare su e giù.
    
    “Brava la mia cagnolina” le dissi, liberando le sue ciliegine dalla morsa e asciugando la lacrima con il dorso dell’indice. Poi le accarezzai dolcemente la testa, mi abbassai e le sfiorai una guancia con un bacio. Quindi le feci aprire la bocca e tolsi le mutandine.
    
    Mi guardò con un sorriso riconoscente, mentre io tornavo a sedermi in poltrona.
    
    “Presentazione” comandai, e lei dopo un secondo di stupore scattò ad assumere la posizione.
    
    “Risposo”. Di nuovo tornò in ginocchio.
    
    “Ispezione”. Davanti agli occhi mi trovai il panorama di culo e fica luccicanti di piacere.
    
    Continuai per una decina di minuti, fino a quando il suo corpo si ricoprì di una patina di sudore.
    
    “Hai sete?” le domandai.
    
    “Sì, Signore, grazie”.
    
    “Riposo” comandai, mentre mi alzavo per andare in cucina a prendere un bicchiere e una bottiglia d’acqua.
    
    Quando tornai nel salone, la trovai accucciata al fianco della mia poltrona.
    
    Avvicinai il bicchiere alla sua bocca e la abbeverai, mentre qualche piccolo rivolo scappava dalle sue labbra e scivolava lungo il collo, lungo i seni, per poi riunirsi e sparire nell’incavo delle sue cosce.
    
    Poi , tenendola per i capelli, la riportai al centro del salone e la feci salire su un tavolino di cristallo che avevo sgombrato poco prima del suo ...
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