1. Aprendo


    Data: 21/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: primaesperienza11

    ... trascinai con me verso il centro della sala.
    
    10. Le regole
    
    Le dita che stringevano il capezzolo dovevano sicuramente causarle del dolore, ma la donna non pronunciò alcun suono mentre i suoi passi mi seguivano nel salone.
    
    “Come ti chiami?”
    
    “Angela”.
    
    Uno schiaffo la colpì sulla guancia sinistra.
    
    “Come ti chiami?”
    
    “Si..Angela, Signore”
    
    “Impari velocemente, brava”.
    
    Lasciai il capezzolo, non prima di averlo strizzato e torto ancora un pò. Dalle labbra semichiuse le scappò un gemito.
    
    “Regola numero 1: ogni volta che tu entrerai in questo appartamento o dovunque tu mi incontrerai, non appena oltrepassata la soglia d’ingresso dovrai spogliarti. Questo a meno che io non ti abbia istruito altrimenti. Capito?”
    
    Gli occhi spaventati, Angela annuì. “Sì, Signore”.
    
    “Regola numero 2: quando ti presenti davanti a me dovrai divaricare le gambe – e così facendo infilai un piedi tra i suoi e glieli allargai un pò più del necessario – e intrecciare le mani dietro alla nuca”.
    
    Senza che intervenissi, Angela sollevò le braccia. “Sì, Signore”. I suoi seni si alzarono lievemente, lo stomaco si contrasse. Era ancora più desiderabile.
    
    “Regola numero 3: quando ti verrà ordinato di farti ispezionare, dovrai mantenere le gambe in questa stessa posizione e afferrare le caviglie con le mani.”
    
    “Sì, Signore”. Feci un passo indietro, mentre Angela cambiava posizione. I capelli le coprirono il volto, lasciando la nuca libera. Lentamente girai intorno a lei. ...
    ... Quando la mia mano si posò sulla schiena, sentii un brivido scuoterla. Scivolando con il dito indice lungo la colonna vertebrale, arrivai all’osso sacro e proseguii. Forzando leggermente, infilai il dito tra le natiche, indugiai appena un attimo all’altezza del buchino, che mi apparve umido, proseguì fino a sentire il calore e soprattutto il lago che le colava tra le labbra.
    
    “Ti piace, vero?” le sussurrai con un tono suadente.
    
    “Mmmm sì…” la risposta uscì strozzata.
    
    Un secondo dopo, una potente sberla sul culo le fece perdere l’equilibrio e Angela si ritrovò sdraiata sul pavimento. Mentre provava a rialzarsi, posai un piede sulla sua testa, obbligandola a restare bocconi.
    
    “Te lo dico per la prima e ultima volta. Ogniqualvolta ti rivolgerò la parola e tu sarai chiamata a rispondere, a conclusione di ogni frase ti sarei grato se ti rivolgessi a me come merito. Mi sono spiegato?”
    
    “Sssì, sìì, Signore. Mi scusi, Signore”.
    
    “Bene. Ispezione”.
    
    Scattò velocemente in ginocchio e un attimo dopo era di nuovo in posizione, le tette che puntavano verso il basso, le gamba oscenamente allargate, le mani serrate attorno alle caviglie, culo e fica esposti al mio sguardo e alle mie mani. Il rosso della sberla spiccava sul gluteo destro. Aveva una pelle bianca e delicata, i segni avrebbero ornato facilmente il suo corpo.
    
    Infilai due dita nella sua fica. Calda, fradicia, se possibile ancora più bagnata di pochi minuti prima.
    
    “Ti piace?” ripetei la domanda.
    
    “Sì, sì, ...
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