1. Storia banale non proprio di sesso


    Data: 24/02/2019, Categorie: Etero Autore: kekkazz, Fonte: Annunci69

    L’entusiasmo con il quale lo abbracciò fu tale da lasciarlo senza fiato e lei se ne accorse. Era contenta. Grazie alla loro azione congiunta avevano raggiunto lo scopo e per lei era una questione troppo importante: non era il momento di censurare né gioia né gratitudine. Lui aveva reso possibile l’esito sperato. Era la persona giusta al momento giusto. La congiuntura perfetta.
    
    Si accorse del suo imbarazzo. Doveva preoccuparsene? Non in quel momento. E dopo?
    
    La ragazza era cosciente dell’attrazione che poteva suscitare. Ma non era quello il punto. Enrico, con cui si era trovata a giocare nella finale del torneo, era una sua vecchia conoscenza. Persi di vista per un paio di anni, si erano ritrovati per caso in quella occasione. Lo conosceva bene, nonostante non fossero mai stati troppo intimi.
    
    Con Enrico non si poteva essere troppo intimi. Era il tipo che instaura rapporti cordiali, amichevoli, conditi di ironia e simpatia. Ma a chiunque lo frequentasse era chiaro il senso di inviolabile sacralità di cui era fatto lo spazio che circondava il suo corpo. Quello che poteva essere con altri null’altro che innocente abbraccio, con Enrico non era affatto scontato. Superare la barriera era un atto definitivo. E per niente scontata ne era la reciprocità: si rischiava di sbattere violentemente contro un muro e ferire il proprio orgoglio. Meglio non provarci.
    
    Questo lo rendeva anche affascinante. Benché di certo non rappresentasse un adone, per quanto non si ponesse come ...
    ... frutto proibito, comunque, nonostante tutto, emanava un fascino indefinito.
    
    “Non ti innamorare di me” lei pensò in una manciata di secondi, dopo averlo abbracciato, dopo aver percepito una flebile emozione, il tremolare della mitica frigidità di Enrico. “Non ti innamorare, mi piaci così, come sei, senza sentimenti. Voglio continuare a essere una compagna di giochi, sicura della compagnia del suo orso fidato. Ti prego non ti innamorare.”
    
    Non aveva espresso il pensiero a parole, l’aveva solo pensato. Perché, allora, Enrico la guardava con occhi interrogativi?
    
    Non si udì parola, ma il tempo, si sa, è molle: si gonfia, come vela allo scirocco, ampliando i secondi versi l'infinito e in quella smagliatura si addensano pensieri destinati a sgorgare quale pioggia incessante, che scava solchi nelle memorie fantasiose dei nostri desideri profondi.
    
    “Sono un uomo, non mi puoi chiedere di essere indifferente al guizzare del tuo corpo. Mi agghindi, vite pregna di polpa succulenta. Assorbo nelle mie narici l’odore dei tuoi capelli. Non mi puoi chiedere d’ignorarne il richiamo. Vorrei solcare con indice e medio la fossa che orna le tue labbra, trascinando nel solco fertile e grumoso il palmo sensibile della mia mano. Spingerle queste dita, fino a secernere la saliva che avvolge l’alito caldo dei tuoi polmoni. Succhiarti il sapore del tiepido oriente che il mistero del tuo corpo emana. Amica cara mai ho visto tanta bellezza nel tuo viso quanto ne vedo ora in questo momento, cieco sono ...
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