1. Matilde 02-08 - debra e lo specchio


    Data: 25/02/2019, Categorie: Etero Autore: Alex46

    ... sodo, orgoglioso e circondato dai laccetti. Il solco tra le natiche è profondo, sembra voglia essere la continuazione a tutti i costi delle due gambe, in modo che il sedere possa essere anche un vero culo.
    
    Infine lo sguardo si abbassa sui tacchi. Anche loro vorrebbero essere la continuazione all’infinito delle gambe. Le scarpe sono eleganti, finemente erotiche come tutti gli oggetti belli ben indossati.
    
    Con una mano Debra si accarezza le natiche. Insiste qualche secondo avvicinandosi piano al solco. Il respiro si fa un po' affannoso, perché si sta agitando. Si accarezza così piano che perfino i capelli rimangono immobili. L’unica apparenza di movimento è dato dalla luce cangiante che riflettono.
    
    Ora piega leggermente il busto avanti, per fare in modo che il sedere sporga sempre più tondo. Il pizzo nero è un richiamo fortissimo, tra le cosce appare la lunga fessura. Un leggero turbamento.
    
    Ora la vagina lei la chiama figa. La figa si fa sentire, la sente diventare più turgida. Si guarda minuziosa e approva quello che vede con orgoglio. La linea delle gambe inguainate nelle calze. Verso l'alto la fascia di nylon più scura, che anticipa lo splendore del pizzo che le racchiude la vita.
    
    Adesso sono due le mani che aprono piano le natiche mentre si piega ancora in avanti. La figa non luccica ancora ma presto lo farà, di umori che faranno capolino. E sopra, un piccolo buco orlato di rosa che palpita.
    
    Si avvicina allo specchio facendo due passi indietro, appoggia ...
    ... una mano sul ginocchio per sorreggersi in quella scomoda posizione piegata, e così riesce a distinguere ogni particolare del suo coordinato sessuale.
    
    Ora sembra che una goccia di rugiada voglia apparire controluce. La raccoglie col dito e la porta alle labbra, assaporandone il gusto salato.
    
    Con lo stesso dito, ora bagnato anche di saliva, apre le due labbra, a raccogliere altri umori, ma poi ingorda di nuove sensazioni spinge lo stesso dito più in alto, a bagnare il buchino che non può bagnarsi da solo. Preme leggermente, ma senza entrare.
    
    La voglia di penetrarsi è forte, ma resiste. Però apre di più le gambe, come dovesse accogliere qualcosa.
    
    Si alza di scatto, si guarda allo specchio irrequieta, perché ha bisogno di qualcosa dentro che la riempia.
    
    Il deodorante può andar bene.
    
    Avvicina la poltroncina allo specchio e si siede sul bordo. Il velluto le accarezza la pelle delle natiche. Solleva i capelli con una mano, lasciandoli cadere al di là dello schienale, poi finalmente può appoggiarsi allo schienale.
    
    Si guarda, finalmente, le gambe aperte, tese. Le punte delle scarpe verso l’alto, i tacchi appoggiati sul pavimento, la figa umida.
    
    Il deodorante non è grosso, ma è rigido: sarà lei che dovrà adattarsi per contenerlo. Spinge leggermente, e lui entra con facilità. È dentro, oscenamente riflesso nello specchio, una sconcia protuberanza che ancora di più sottolinea, in modo arrogante, la pretesa volgarità del gesto.
    
    - Mi sto masturbando – pensa Debra – ...